TERAMO – “Il comitato ristretto dei Sindaci è e deve restare un organo istituzionale e non politico. In questi anni, proprio grazie a questa sua terzietà, ha saputo rappresentare le esigenze di tutto il territorio provinciale e questo anche grazie al coordinamento del Comune capoluogo che, nel rapporto con gli altri Comuni, si è fatto sempre portavoce, anche sui tavoli sovraordinati, al di là di ogni logica territoriale e partitica, delle difficoltà e delle criticità che i nostri cittadini riscontrano nel veder concretizzato quel diritto alla salute sancito costituzionalmente. Purtroppo, quello che è andato in scena oggi non è stato altro che l’ennesimo attacco politico e territoriale alla città capoluogo, che ha trasformato il comitato ristretto in un ulteriore terreno di scontro e occupazione delle istituzioni da parte del centrodestra, incurante della fase delicata che stiamo vivendo, anche in relazione al progetto di realizzazione, a Teramo città, del nuovo ospedale. Nuovo ospedale che sarà punto di riferimento, nel rapporto con gli altri presidi, dell’intera provincia”.
Il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e il Sindaco di Sant’Omero Andrea Luzii intervengono così sulla riunione odierna del comitato ristretto dei sindaci, nel corso della quale si è preceduto, con una spaccatura, all’elezione del nuovo presidente nella figura del Sindaco di Civitella Cristina Di Pietro.
“Proprio in virtù del ruolo istituzionale del comitato, sull’indicazione del Presidente si è sempre trovata una convergenza nella figura del Sindaco di Teramo, qualunque fosse la maggioranza politica del momento, e l’unica volta in cui si è operata una scelta diversa è stato indicato in ogni caso il Sindaco di un Comune sede di presidio ospedaliero – proseguono i due primi cittadini – questo al fine di garantire la piena rappresentanza di tutte le istanze. Oggi, senza alcuna discussione preventiva nel merito e nel metodo, il centrodestra, dimostrando ancora una volta di non aver alcun rispetto delle istituzioni, ha deciso di operare una vera e propria forzatura, sulla scorta di una mera spartizione politico-partitica, portando all’elezione del Sindaco di un Comune che oltre a non ospitare un presidio ospedaliero sul territorio non è nemmeno sede di un distretto sanitario”.
Per i due primi cittadini, in questi anni, il Sindaco del Comune di Teramo, in qualità di presidente del comitato ristretto, ha sempre “garantito un’azione trasversale e di alto profilo istituzionale, volta a tutelare il diritto alla salute su tutto il territorio provinciale, anche promuovendo la rappresentanza territoriale ad altre aree della provincia, oltre a quelle sede di presidi ospedalieri, quali Civitella in rappresentanza delle aree interne, e Roseto, Arsita e Tossicia quali invitati permanenti”.
“Come presidente del comitato ristretto – dichiara D’Alberto – ho sempre confermato, con la mia azione, la volontà di lavorare tutti insieme e di dare riconoscimento e rappresentanza a tutta la comunità. Tanto che è stata proprio una mia volontà, quando il Comune di Giulianova non era tra i membri del comitato, chiamarne il sindaco in qualità di invitato permanente. Così come, proprio in virtù del mio rispetto verso Atri, sede di presidio e riferimento sanitario dell’area del Cerrano, ho atteso la rielezione del sindaco, dopo l’annullamento delle elezioni, per procedere alla ricostituzione del comitato, evitando la sostituzione di Atri con un altro Comune. Questo vuol dire rivestire un ruolo istituzionale e guardare al bene dell’intera collettività teramana”.
D’Alberto e Luzii, nell’evidenziare il fondamentale ruolo del Comune capoluogo all’interno del comitato durante la pandemia, con Teramo “che si è messa a disposizione del territorio per fronteggiare l’emergenza e coordinare una risposta uniforme su tutta la provincia”, concludono infine che “lascia quantomeno perplessi che la discussione sul nuovo presidente del comitato ristretto sia stata sollevata, peraltro a mezzo stampa e non attraverso i canali istituzionali, nello stesso giorno in cui è emerso come la Regione sia in ritardo sulla studio di fattibilità del nuovo ospedale a Teramo, propedeutico a trovare quelle risorse necessarie alla concreta realizzazione dell’opera che, a tutt’oggi, mancano. Una conferma dell’attacco a Teramo e alla sua centralità in virtù del suo ruolo di capoluogo di provincia. Non si tratta di difendere Gianguido D’Alberto, ma la centralità di Teramo soprattutto in un momento come quello in cui stiamo vivendo e in cui la realizzazione del nuovo ospedale di secondo livello a Teramo è fondamentale per il futuro della salute dei nostri figli e per lo sviluppo dell’intera provincia”.