TERAMO – Oggi celebriamo la ricorrenza della Giornata dedicata al ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la Pace, istituita con la Legge n. 162 del 12 novembre 2009, in concomitanzo dell’anniversario dell’attentato di Nassiriya.
Una giornata che oggi più che mai, in un tempo scandito dal numero più alto di conflitti mal registrato dalla seconda guerra mondiale e in cui la stessa Europa è insanguinata dalla guerra, ci richiama al dovere della Pace: un dovere che si estrinseca non solo nel mettere in atto tutte quelle azioni volte a chiedere ed ottenere il cessate il fuoco in tutte le realtà teatro di conflitti, ma anche e soprattutto nel raggiungere una “pace positiva” che duri nel tempo.
Quella pace intesa, come ci insegnava il sociologo e matematico norvegese Johan Galtung, come assenza di violenza strutturale e, quindi, come sviluppo economico, giustizia sociale, rispetto dei diritti umani, democrazia partecipativa.
Un’attività complessa che ritroviamo proprio nelle missioni di pace che le nostre Forze Armate, e in particolare i Carabinieri, portano avanti dedizione dal dopoguerra ad oggi in numerose parti del mondo e che vede oggi migliaia di nostri connazionali impegnati all’estero per mantenere la stabilità e difendere la popolazione in quei paesi colpiti dai conflitti con l’obiettivo di creare le condizioni di una pacificazione stabile e sostenibile.
Missioni come quella di Nassiriya, di cui commemoriamo oggi le vittime dell’attentato avvenuto nel 2003 ai danni della base italiana in traq, che causó la morte di 19 italiani 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili – e di 9 civili iracheni, vittime di un odio assurdo e feroce che non ammette alcuna comprensione.
Nassiriya rappresenta l’emblema dell’impegno italiano per la pace e la democrazia in tutto il mondo e i volti delle vittime di quel’assurda strage ci ricordano, giorno dopo giorno, la loro dedizione a quei valori sanciti nella nostra Costituzione, primi fra tutti il ripudio della guerra e la difesa della dignità umana.
Una dedizione che oggi ritroviamo in tutti i loro colleghi impegnati nelle missioni di pace, come la Missione multinazionale Unifil in Libano, che nonostante gli attacchi e i pericoli che si trovano ad affrontare ogni giorno, non fanno mai mancare la propria presenza e la loro vicinanza alle popolazioni locali.
Oggi, come ogni anno, di fronte a questo monumento, realizzato dall’artista Fausto Cheng, che rappresenta non solo una bellissima opera scultorea ma che attraverso la figura del carabiniere stilizzato che emerge dalla terra e si proietta verso il cielo racchiude in sé suggestioni, significati e rimandi ideali e simbolici ai valori della Libertà e della Giustizia, ci ritroviamo ancora una volta insieme ad alimentare i sentimenti della riconoscenza e della memoria.
Ma soprattutto oggi, rinnovando questa cerimonia, ci impegniama a trasmettere quotidianamente quei valori ai nostri giovani: il valore della Pace, che i nostri militari all’estero contribuiscono a difendere e a promuovere, e il valore della Libertà, che è strettamente legato al superamento di ogni confine, alla promozione del benessere sociale, della salute, della stabilit? socio-economica. Una libertà che si deve tradurre nel pieno rispetto del diritti umani, che vanno sempre tutelati e garantiti, in ogni tempo e in ogni luogo, per lo sviluppo della civiltà.
Perché solo cosi potremo evitare che ci sia un’altra Nassiriya. Solo cosi potremo evitare altre vittime.
Oggi, in questa giornata, il nostro pensiero, oltre alle vittime di quel drammatico attentato, va ai Carabinieri e a tutte le Forze Armate.
Come ci ricordava il Presidente Pertini ormai 40 anni fa, “nella difesa della Pace così come nella tutela dell’unità, della sicurezza e dell’indipendenza nazionale consiste dunque il fine ultimo dele forze armate, garanti e depositarie dei più alti valori spirituali e morali consegnatici dalla lotta di Liberazione”.
Quella Liberazione che oggi deve essere, con forza e ovunque, sostenuta come Liberazione da ogni guerra – Il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto –