PESCARA – “Se la delibera di Giunta n. 648-C del 10 ottobre sull’ARAP avrà profili di illegittimità e verranno chiesti risarcimenti, farò un esposto alla Procura della Corte dei Conti perché accerti le responsabilità di un atto fuori da ogni logica. Con la risoluzione chiedo all’Esecutivo di revocare il piano di riassetto che di fatto commissaria l’ARAP e fonde il braccio operativo delle attività produttive della Regione con il Consorzio industriale Chieti-Pescara in deficit perenne, producendo un vero e proprio ‘aziendicidio’. Non è pensabile ridurre il Consiglio regionale a mero organo di ratifica delle decisioni adottate dalla Giunta, esautorando, con espedienti utili solo a saziare la fame di potere di Fratelli d’Italia, quello che è e resta l’organo rappresentativo della comunità regionale, che ha poteri riconosciuti dallo Statuto, dai Regolamenti e dalle Leggi regionali in materia e l’opposizione”. Così il capogruppo Pd Silvio Paolucci, annunciando la risoluzione sulla delibera contestata.
“Le attività di enti come ARAP si rilanciano garantendo adeguati stanziamenti al fine di assicurare servizi che favoriscano lo sviluppo, valorizzando e salvaguardando le aree produttive regionali – incalza Paolucci – cosa che ad oggi il governo regionale di centrodestra non ha fatto. Resta un mistero sulle ragioni ufficiali di quello che è un vero e proprio commissariamento, che invece si spiega benissimo come esigenza di moltiplicare e spartire le poltrone e gestire direttamente le risorse. La delibera, la cui legittimità va verificata, infatti propone la nomina di un Commissario per la gestione straordinaria dell’Agenzia e di un Commissario per la gestione straordinaria e liquidatoria del Consorzio per lo Sviluppo Industriale dell’Area Chieti-Pescara, prevedendo la nomina di due sub-Commissari a supporto di ciascun Commissario, al fine di coadiuvarli nella rappresentanza della struttura commissariale, partecipando anche alle sedute di approvazione delle delibere. Praticamente un poltronificio, mentre la sanità affoga nei debiti, gli agricoltori aspettano ristori attesi da un anno, i Comuni si vedono tagliare i fondi dal governo nazionale nell’assoluto silenzio di quello regionale. Resta un altro mistero: come faranno Marsilio e l’assessora Magnacca a garantire il rilancio delle attività produttive a colpi di spot e senza un’azione concreta a vantaggio del territorio e dell’economia collegata”.