TERAMO – “Ieri è stata una giornata di caos per l’acquifero del Gran Sasso. Lavori interrotti, dichiarazioni che si sono accavallate tra il Commissario per l’emergenza idrica dell’acquifero del Gran Sasso, la ditta incaricata del progetto che sta svolgendo i sondaggi e la Ruzzo Reti, con un neanche troppo velato rimpallo di responsabilità. E nei giorni precedenti polemiche sui lavori e sui disagi che stanno comportando ai cittadini, discussioni sull’utilità dei sondaggi, mentre onestamente non si è neppure compreso bene quale sia l’idea progettuale che si sta perseguendo: messa in sicurezza delle gallerie dell’A24 e dai Laboratori sotterranei dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) rispetto all’attuale sistema di prelievo o ricerca di nuovi punti di captazione allontanandosi da gallerie e Laboratori? Il tutto mentre ad oggi l’INFN non ha neppure concluso le attività per rimuovere le sostanze pericolose stoccate nei Laboratori del primo esperimento che ha deciso di dismettere, il processo per l’incidente del maggio 2017 si trascina da anni, si continuano a mandare a scarico circa 80/100 litri di acqua al secondo perché non sicura. Nessuno ha notizia della Cabina di coordinamento e verifica che il Presidente Marsilio dirige e nella quale la politica regionale e nazionale non ha mai voluto invitare, neppure come auditori, le associazioni ambientaliste che per prime e per molti anni da sole e inascoltate hanno denunciato i pericoli della commistione tra l’acquifero e le gallerie autostradali e i laboratori. Dopo tre commissari straordinari, milioni di euro spesi, due processi, a distanza di 24 anni dalle prime denunce degli ambientalisti, non si è neppure iniziato a lavorare alla soluzione definitiva del problema”.

Dante Caserta

WWF Italia