TERAMO – Il DDL 1660 non è solo un altro pacchetto sicurezza, ma segna un vero e proprio cambio radicale nella gestione del dissenso e dei conflitti sociali. Non si tratta più di azioni occasionali e straordinarie, ma di un sistema repressivo che diventa parte integrante della gestione quotidiana dello Stato. Questo processo trasforma lo Stato sociale in uno Stato penale, mirato a colpire chiunque osi mettere in discussione l’ordine costituito. L’obiettivo è mantenere quella che viene chiamata “pace sociale”, necessaria per portare avanti guerre economiche e politiche sia all’interno che all’esterno dei confini.

Questo DDL fa parte di una strategia più ampia di controllo sociale, dove la militarizzazione dei territori e un ordine pubblico sempre più rigido diventano la norma. Politica, media e polizia si alleano per creare una narrazione di “sicurezza” che giustifica l’aumento delle pene, la criminalizzazione delle occupazioni e l’uso delle ruspe per preservare il “decoro urbano”.

Il DDL 1660 introduce nuovi reati e aggravanti di pena, andando a colpire una vasta gamma di movimenti e forme di resistenza. Dalle manifestazioni contro le guerre, come quelle per il genocidio di Gaza, alle proteste contro gli insediamenti militari, passando per i picchetti operai, le proteste contro le grandi opere, la speculazione energetica e la crisi ecologica. Colpisce anche forme di lotta efficaci come i blocchi stradali e ferroviari e le occupazioni di case sfitte. E introduce norme durissime contro qualsiasi forma di protesta e resistenza, anche passiva, all’interno delle carceri e dei Centri di reclusione per migranti, colpendo anche le proteste dei familiari e dei solidali che cercano di sostenerli.

Mentre criminalizza ogni forma di dissenso, il DDL 1660 prevede la totale impunità per le forze dell’ordine. Questi avranno ulteriore protezione nei casi di abuso e potranno portare armi anche fuori servizio. Da un lato, si assiste a una massima restrizione delle libertà di protesta e dall’altro a un ampliamento del potere repressivo delle forze dell’ordine, che saranno messe al riparo da ogni responsabilità per le loro azioni.

In definitiva, una legge liberticida e che va fermata a tutti i costi.

Domani, venerdì 18 ottobre, alle 18:00, alla Casa del Popolo di Teramo assemblea per discutere di come organizzarsi contro questa deriva autoritaria.

Saranno presenti l’Avvocata Caterina Calia, con cui approfondiremo l’impatto del DDL 1660 sulla gestione penitenziaria e la repressione delle proteste dentro e fuori le carceri, e l’Avvocata Francesca Borsa che ci guiderà sull’analisi della repressione prevista dei picchetti e delle proteste dei lavoratori e delle lavoratrici.

NO ALLO STATO DI POLIZIA!