Cacciatori di soluzioni, non di cervi!

In Abruzzo stiamo assistendo a una situazione allarmante. Le autorità locali hanno pianificato un abbattimento massiccio di cervi, giustificandolo con l’idea di ridurre i danni agricoli e il rischio di incidenti stradali ma questa non è la verità! Dai dati Ispra non risulta esserci né un sovraffollamento di cervi né un eccesso di incidenti stradali causati dagli stessi. In parole povere si è semplicemente aperta la caccia al cervo e il 14 ottobre prossimo saranno uccisi 500 esemplari. Una raccomandazione fatta ai cacciatori è stata quella di sparare prima ai cuccioli e poi alle mamme perché se uccidessero prima la mamma il cucciolo fuggirebbe terrorizzato mentre la mamma rimane vicino al suo piccolo morto, diventando così facile preda dei cacciatori. Tutto ciò vanifica il lavoro di anni e il vanto di essere la regione più verde d’Europa e la più vicina all’ ambiente e gli animali. I cervi non sono solo parte del nostro patrimonio naturale ma anche un simbolo della biodiversità che dobbiamo proteggere. La loro presenza è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi montani. Per quegli amministratori regionali e per coloro che si lamentano della presenza dei cervi perché arrecano danni alle loro colture ricordiamo che l’abbattimento non è la risposta perché:

1. Impatto Ecologico: La caccia indiscriminata destabilizza l’ecosistema, causando un effetto domino che può portare a un aumento di altre specie invasive e a una diminuzione della biodiversità.

2. Effetti sul Turismo: L’Abruzzo è una regione famosa per la sua bellezza naturale e la fauna selvatica. La strage dei cervi potrebbe allontanare turisti e appassionati di natura, danneggiando l’economia locale.

3. Risultati Inefficaci: Studi dimostrano che l’abbattimento non risolve i problemi legati alla popolazione di cervi a lungo termine. Spesso, le popolazioni si riprendono rapidamente, portando a cicli di abbattimento continui.

Perché perdere tutti i vantaggi guadagnati con fatica negli anni?
Le soluzioni alternative esistono!

1. Gestione della Popolazione: Implementare programmi di monitoraggio della popolazione, utilizzando metodi scientifici per valutare la salute e la densità della popolazione di cervi.

2. Educazione e Sensibilizzazione: Informare agricoltori e cittadini su pratiche di coesistenza pacifica con la fauna selvatica, come l’uso di recinzioni e deterrenti naturali per proteggere i raccolti.

3. Programmi di Fertilità: Considerare l’uso di metodi contraccettivi per controllare la popolazione di cervi in modo etico e umano, evitando la necessità di abbattimenti.

4. Infrastrutture Sicure: Investire in infrastrutture stradali sicure, come cartelli stradali e attraversamenti per animali, per ridurre gli incidenti stradali senza dover ricorrere all’abbattimento.

5. Collaborazione con le Comunità Locali: Coinvolgere le comunità locali nella gestione della fauna selvatica, creando un dialogo aperto tra cittadini, agricoltori e autorità per trovare soluzioni condivise.

Manca poco al 14 ottobre! A nulla sono valse le 130.000 firme raccolte contro questa mattanza? Le lobby dei cacciatori hanno vinto? Dov’è finita la democrazia? Non abbiamo una risposta e non sappiamo a chi appellarci per fermare la strage dei poveri bamby! Questo è un appello disperato a chiunque possa salvarli.

Lida Sezione di Teramo