ROSETO DEGLI ABRUZZI – “Sulla questione migranti a Roseto degli Abruzzi c’è troppo silenzio. Eppure ci sono tanti piccoli nuclei familiari, che abitano nell’ormai famoso residence sul lungomare sud della città, che ospita centinaia di profughi, che non ce la fanno più e chiedono di essere trasferiti altrove. Non ce la fanno più perché l’ambiente è diventato poco sicuro a causa delle tensioni continue culturali e religiose tra i vari gruppi e per le precarie condizioni igieniche sanitarie della struttura. Una situazione che preoccupa e non poco, considerando che lì vivono anche dei minori. Per questo, chiediamo al sindaco Mario Nugnes, in qualità di massima autorità sanitaria locale, di tornare ad occuparsene”. Così il commissario della Lega Roseto degli Abruzzi, Luigi Felicioni.

“Al primo cittadino chiediamo in particolare – sottolinea Felicioni – di verificare se risponde a verità quanto abbiamo raccolto in merito alle condizioni igienico/sanitarie, al rispetto della normativa vigente e alle prescrizioni sanitarie a tutela delle famiglie e delle fasce più deboli, presenti nel programma di accoglienza in città. Vista anche la cappa di silenzio che da anni c’è sulla affaire migranti, riteniamo che sia arrivato il momento di dedicare attenzione costante alla problematica, di accertarsi, controllare e informarne la cittadinanza. Roseto degli Abruzzi si distingue nel panorama provinciale per essere diventata, grazie ai corposi e ricchi bandi prefettizi, un vero e proprio hub per l’accoglienza e il transito di centinaia di profughi provenienti dai diversi continenti. Nell’ultimo decennio i numeri dei profughi accolti raccontano di un graduale e costante aumento, arrivando a livelli difficilmente tollerabili anche da una cittadina di medie dimensioni come la nostra: numeri ufficiali non sono al momento verificabili pubblicamente, ma elementi ufficiosi da noi raccolti, parlano di non meno di 400 profughi mediamente presenti nell’unico residence sul lungomare sud rosetano, struttura che ha ormai riconvertito la propria attività, un tempo turistica”.

“Non è nostra intenzione adesso – fa presente il commissario della Lega – denunciare o aprire un dibattito sulle implicazioni sociali e d’immagine che questa accoglienza numericamente indiscriminata, e tutta concentrata in una zona di piena vocazione turistica, ha provocato negli anni alla nostra città. Vogliamo invece che vengano ascoltate le voci, le testimonianze e i racconti di chi vive in quel luogo. Testimonianze, da noi raccolte, che allarmano e preoccupano vista anche, come già detto, la presenza di bambini. Di qui le nostre richieste al sindaco”.