GIULIANOVA – Evoluzione Sostenibile segue con attenzione e preoccupazione le vicende legate all’ex depuratore dell’Annunziata, dismesso il 13 giugno 2010 con l’attivazione del nuovo impianto di Villa Pozzoni, risolvendo il problema dei cattivi odori emanati dal vecchio ed obsoleto impianto ubicato a poche decine di metri dalla spiaggia. L’ultimo tassello di quel progetto lungimirante, partito negli anni ’90 (sindaci Gerardini, Arboretti, Cameli, Ruffini e Mastromauro), che ha riguardato altri importanti interventi, come la realizzazione del lungomare Rodi, della pista ciclo-pedonale, del centro socio-culturale, del parco dell’Annunziata e dell’impianto di calcio Castrum, è rappresentato dalla riqualificazione ambientale dell’area dell’ex depuratore che sta portando avanti l’attuale amministrazione comunale.
Fatta questa doverosa premessa, risulta maldestro e facilmente confutabile il tentativo dell’amministrazione Costantini di coinvolgere gli amministratori del passato nelle responsabilità relative alle problematiche ambientali e di salute pubblica emerse in seguito allo sgombero dell’area dell’ex depuratore avvenuto il 6 settembre. I cittadini devono sapere che, fino a pochi mesi fa, l’area era di proprietà della Ruzzo Reti la quale, pertanto, aveva la competenza sulla messa in atto delle necessarie azioni di bonifica. In virtù di quanto previsto dalla delibera di consiglio comunale n. 27 del 17 aprile 2024, l’area è stata acquisita dal comune di Giulianova al quale, di conseguenza, passano in carico oneri e onori. D’altro canto, l’amministrazione Costantini, dagli atti ufficiali disponibili, era ben conscia della necessità di bonificare l’area per la presenza di amianto. Infatti, nel progetto di fattibilità per la riqualificazione dell’area dell’ex depuratore presentato nel 2022, i tecnici avevano segnalato la presenza di lastre di eternit. Alla luce di ciò, il sindaco Jwan Costantini, aveva il dovere, in seguito all’acquisizione dell’area, di mettere in atto le azioni necessarie alla rimozione di tali materiali secondo le modalità previste dalle normative vigenti. A rafforzare tale esigenza, avrebbero dovuto far sentire la propria voce anche il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Matteo Francioni e l’assessore all’ambiente Nausicaa Cameli. Purtroppo, i fatti hanno dimostrato come tali problematiche non siano state affrontate considerata la scelta di procedere, con un’azione di forza, alla parziale demolizione dei manufatti senza la preventiva bonifica dell’amianto. Mettendo in atto un intervento in palese contrasto con la normativa, oltre che potenzialmente dannoso per la salute dei residenti del quartiere e della popolazione studentesca dei plessi limitrofi. L’ultimo paradosso è stato l’affidamento, con determinazione dirigenziale successiva alla parziale demolizione (datata 11 settembre), delle operazioni di rimozione e smaltimento delle lastre di eternit. In definitiva, è stata inanellata una sequenza di gravi errori, che probabilmente non si sarebbero compiuti con la presenza in giunta dell’Ing. Giampero Di Candido, con il quale per vero non ci siamo trovati sempre d’accordo, sui quali gli organi preposti faranno luce. In attesa di ciò, Evoluzione Sostenibile chiede che l’amministrazione Costantini convochi un’assemblea pubblica nel quartiere, rendendo note le procedure adottate e i rischi per la salute derivanti dalle attività svolte il 6 settembre durante lo sgombero dell’area.
Il Direttivo dell’Associazione.