ROMA – Ho presentato un’interrogazione a risposta in commissione al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Con tale atto di sindacato ispettivo chiedo di sapere:
1) se e quali iniziative di competenza i ministri interrogati intendano assumere, in raccordo con la Regione Abruzzo, per monitorare la situazione nella Val di Sangro prima che le decisioni adottate da Stellantis possano tagliare fuori il sito industriale abruzzese da politiche di sviluppo, e per realizzare quei servizi e quelle infrastrutture che il comparto industriale aspetta da tempo (strade, illuminazione e quei servizi essenziali a evitare un degrado tale da condizionare l’attività delle imprese che vi operano), nonché per dare immediata operatività ai progetti già avviati e di cui non si è più avuta notizia, come il CIS;
2) quali iniziative di competenza intendano adottare per incentivare le aziende automobilistiche aprodurre in Italia, a tutela anche dell’indotto che ruota intorno al settore e comprende oltre a piccole e medie imprese altre importanti aziende. Come noto, l’Abruzzo ha una storica vocazione per la produzione di autoveicoli e il settore metalmeccanico rappresenta una parte cruciale del Prodotto interno lordo regionale e dell’export. Il settore occupa circa 23.000 addetti, con un fatturato di 8 miliardi di euro che rappresenta il 48 per
cento dell’export dell’intero territorio regionale. Già dal 2014, l’impegno profuso ha riguardato la cantierizzazione della strada di completamento della Fondovalle Sangro (costo complessivo: 190,4 milioni), l’istituzione della Zes, il potenziamento della copertura digitale e dell’energia elettrica industriale. Inoltre sono state stanziate copiose risorse del Masterplan Abruzzo:
– 15 milioni di euro per il collegamento tra il porto di Vasto, la rete ferroviaria e la zona industriale;- 44,2 milioni di euro per il porto di Ortona (1,7 milioni di euro per infrastrutture ferroviarie, 2 milioni di euro per collegamento con l’A14, 40,5 milioni di euro per dragaggio e completamento diga sud);
– 5,5 milioni di euro per l’ampliamento della piastra logistica intermodale di Saletti e la realizzazione di fabbricati. Per il completamento di quest’opera sarebbe servito almeno un altro milione di euro, ma da allora la Regione non si è attivata, né ha sfruttato l’opportunità del decretolegge Aiuti n. 50 del 2022, che consentiva alle stazioni appaltanti di utilizzare ulteriori risorse per compensare l’aumento dei prezzi. Nel 2021 il comune di Atessa, capofila, insieme ad altre 22 municipalità della Val di Sangro, ha presentato al Ministero per il Sud e per la coesione dell’epoca un progetto per un Contratto istituzionale di sviluppo, che prevedeva circa 500 milioni di euro per un parco energetico, infrastrutture e un centro di ricerca sull’automotive, oltre ad opere per rendere più attrattivo il territorio. La proposta è stata inviata alla Regione Abruzzo per la condivisione, ma quest’ultima si è limitata ad istituire un tavolo sull’automotive senza dare alcuna risposta. Oggi la crisi dell’automotive in Abruzzo è sotto gli occhi di tutti, e a questa si aggiungono l’altrettanto forte morìa delle imprese artigiane abruzzesi di servizio al comparto, con migliaia di lavoratori e famiglie in forte difficoltà. Lo stabilimento del gruppo automobilistico Stellantis con sede in Atessa, tra i più grandi in Europa per la produzione di veicoli commerciali leggeri, appare in forte difficoltà. L’utilizzo ad oltranza degli ammortizzatori sociali e una possibile delocalizzazione dello stabilimento in Polonia destano seria preoccupazione. Alle rassicurazioni date nel gennaio 2024 – e ribadite due giorni fa – di voler rilanciare la produzione in Italia, non hanno fatto seguito da parte di Stellantis azioni che confermassero tale intento e si sono invece confermate prospettive sempre peggiori per l’occupazione e l’indotto. La Regione Abruzzo, pur avendo risorse, in 5 anni non ha fatto nulla sotto il profilo dei trasporti, come pure il governo centrale, che prima delle elezioni europee ha rassicurato tutti, tranne poi esprimere preoccupazione per le sorti dello stabilimento. Invitiamo a ricostruire le condizioni per un contratto interistituzionale che rilanci gli investimenti dedicati per la produttività e per l’attrattività del territorio potenziando le convenienze amministrative e tecnologiche – On. Luciano D’Alfonso