“Una nuova falesia è anche una nuova sfida per il futuro dell’arrampicata” – esordisce così Antonio Scipioni, presidente dell’associazione Respira il Gran Sasso. Lavora a un nuovo progetto, dopo il successo della palestra di arrampicata ai piedi del rifugio Franchetti. Questa volta sarà protagonista Valle Fredda. Precisamente a 300 metri di distanza dalla strada statale 17 bis e a soltanto 50 metri dal sentiero 216 che risale tutta la valle nascerà una nuova falesia per praticare il dry tooling.

E’ una nuova tecnica che arricchisce il Gran Sasso e tutto l’Appennino. “Dry tooling sostanzialmente vuol dire arrampicata su ghiaccio, ma senza ghiaccio. È una tecnica derivata dalla arrampicata su ghiaccio e quella
su misto (misto di roccia e ghiaccio) che consiste nello scalare una parete utilizzando l’attrezzatura da ghiaccio, ossia le piccozze e i ramponi” – spiega Scipioni.

L’idea è nata ed è stata sviluppata da un team di professionisti tra cui la Guida Alpina Marco Iovenitti , il Presidente dell’ ASD Antonio SCIPIONI ed il direttivo dell’associazione stessa.

Il progetto è su carta, ma è a un passo dalla realizzazione concreta e andrà ad abbellire una delle “location” più frequentate del nostro Appennino sia in estate che in inverno.

Durante la bella stagione molti escursionisti percorrono l’anello per sella di Valle fredda fino ad arrivare alla Fossa di Paganica o a Montecristo o per i più allenati anche verso la vetta di Monte Scindarella; nella stagione fredda, invece, la valle è percorsa da migliaia di sciatori, free-riders, scialpinisti che la risalgono o la discendono data la presenza sempre costante del manto nevoso grazie alla sua esposizione.

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