ROSETO DEGLI ABRUZZI – Sono passati sette mesi da quando i 5 consiglieri della maggioranza Marsilio della passata consigliatura, Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo di Forza Italia, Simona Cardinali e Federica Rompicapo della Lega e Umberto D’Annuntiis di Fratelli d’Italia (oggi solo 2 sono ancora consiglieri) presentarono la proposta di tagliare la Riserva regionale del Borsacchio. Nella notte del 29 dicembre la maggioranza in Consiglio regionale approvò un emendamento alla legge di bilancio che cancellò il 98% della Riserva portandola dagli originari 1.100 a 24 ettari.

A seguito di questo atto ci fu una vera e propria sollevazione popolare promossa da 250 realtà tra associazioni ambientaliste, comitati locali, sindacati, associazioni di categoria e forze politiche che giunse all’attenzione della stampa nazionale: furono raccolte circa 32.000 firme per chiedere il ripristino della Riserva, si svolsero diverse manifestazioni, gli enti locali interessati – ad iniziare dal Comune di Roseto degli Abruzzi nel cui territorio ricade la Riserva – dichiarano la propria netta contrarietà alla riperimetrazione e fu investito della questione anche il Governo nazionale. Il WWF Italia e altre organizzazioni chiesero, infatti, al Governo di impugnare la legge regionale davanti alla Corte costituzionale per evidenti contrasti con le leggi nazionali sulle aree naturali protette. La legge fu quindi “attenzionata” dal Governo e il Presidente Marsilio evitò l’impugnativa davanti alla Corte costituzionale impegnandosi a riportare in Consiglio regionale una nuova proposta di perimetrazione.

Da allora sono passati mesi e non è stato fatto nulla di concreto. Non vi è ancora stata alcuna proposta di nuova perimetrazione al Consiglio regionale da parte della Giunta regionale, mentre la proposta di legge delle opposizioni è ferma. Non vi è stato nessun coinvolgimento delle associazioni portatrici di interessi generali o di enti locali in eventuali audizioni davanti a commissioni consiliari e non si sa neppure se i competenti Uffici della Regione stiano o meno lavorando sulla nuova proposta di perimetrazione.

Sono stati fatti solo atti amministrativi che avrebbero lo scopo di “bloccare” eventuali speculazioni, ma che difficilmente potranno reggere nel tempo poiché, essendo atti di rango inferiore rispetto a una legge regionale, non possono sostituirsi a questa.

Siamo ormai alle porte della pausa estiva e la Riserva del Borsacchio continua a essere in una specie di limbo di cui nessuno sembra volersi fare carico. Da 7 mesi anche il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva ha chiuso la sua fase di confronto e di osservazioni portata avanti dal Comune di Roseto degli Abruzzi e dalla Regione Abruzzo, ma è anch’esso fermo perché non può essere approvato visto che fa riferimento al perimetro di 1.100 ettari e non di 24 ettari come è oggi la Riserva.

“Siamo stati facili profeti – dichiara Filomena Ricci, delegata regionale del WWF – quando denunciammo che questo taglio scriteriato e illegittimo avrebbe ulteriormente allungato i tempi di avvio della gestione concreta dell’area naturale protetta, non consentendo l’attuazione delle previsioni di sviluppo contenute nel PAN e non facendo così superare le norme transitorie di salvaguardia. Avevamo ragione nel denunciare le palesi violazioni delle leggi nazionali sulle aree naturali protette e nell’evidenziare l’assurdità di ridurre una Riserva naturale regionale alle dimensioni di un parco urbano. All’inizio si è provato a difendere l’indifendibile, ma di fronte alle osservazioni del Governo nazionale (dello stesso orientamento politico della Regione) si è tentato a correre ai ripari, senza però mettere in atto un’azione efficace. Che cosa si sta aspettando? Invitiamo ogni singolo consigliere regionale farsi parte attiva nell’individuazione di soluzioni praticabili. La nostra richiesta rimane sempre la stessa: ripristino della perimetrazione originaria di 1.100 ettari, approvazione del PAN, nomina di un comitato di gestione”. – WWF Italia ETS, Abruzzo –