TERAMO – La vicenda delle proposte di acquisto del palazzo ex sede della Banca d’Italia, sia da parte dell’Ente provinciale sia del Comune di Teramo, pone degli interrogativi. Il capogruppo del gruppo Misto Alessio D’Egidio, in quota Azione, nel ricostruire la storia dei passaggi in consiglio provinciale e successivamente in giunta comunale alimenta il dubbio che ci siano degli interessi politici da parte del consigliere e vice presidente della Provincia Andrea Core. “Chi deve comprare la Banca d’Italia, la Provincia o il Comune? E soprattutto qual è il ruolo giocato dal consigliere Core? Lo chiedo tramite la stampa; quali giochi politici si stanno giocando tra le due amministrazioni? I cittadini ci chiedono che cosa stia accadendo. Core risponda in merito e faccia chiarezza. E’ una competitività che si sta innescando tra Provincia e Comune del tutto inutile, senza alcun buon senso“.

V I D E O

NOTA STAMPA AZIONE TERAMO – L’acquisto della Banca d’Italia è un tema di grande interesse per la comunità teramana che però non ha evidentemente suscitato lo stesso effetto a chi, questa città, è posto ad amministrarla.

La cronologia degli eventi è chiara e documentabile. Ma si è verificato un vero colpo di scena il 18 luglio, quando durante un consiglio provinciale, il consigliere Andrea Core, Vicepresidente della Provincia, ha introdotto un documento di indirizzo politico al fine di sollecitare il Presidente ad a avviare l’iter per l’acquisto della Banca d’Italia. Lo stesso giorno, con quale tempismo…si è riunita la giunta comunale e ha deliberato con un atto amministrativo l’acquisto dello stabile. Questo ritardo di quasi due mesi dall’offerta iniziale ha sollevato non poche polemiche e interrogativi sulla celerità e l’efficienza dell’amministrazione comunale, evidentemente troppo impegnata, o sarebbe più giusto dire distratta, dai rimpasti interni.
Nonostante le tempistiche discutibili, l’acquisto dell’immobile si presenta come una scelta strategica per il Comune di Teramo. In primo luogo, l’edificio di via Carducci è un immobile di pregio, e acquisirlo eliminerebbe il pesante canone di affitto mensile di circa 10 mila euro che il Comune attualmente paga. Inoltre, trasformare questo stabile in una risorsa comunale non solo porterebbe a un notevole risparmio economico, ma rappresenterebbe anche un investimento a lungo termine, potenzialmente in grado di contribuire alla rivitalizzazione del centro storico, un’area che da tempo necessita di nuova linfa.
Tuttavia, alcune domande cruciali restano ancora senza risposta.
Chi deve effettivamente portare avanti l’acquisto? La Provincia o il Comune? Il ruolo di Andrea Core, che è in primis Consigliere Comunale, e poi Vicepresidente della Provincia, solleva dubbi sulla chiarezza delle azioni politiche in corso. E la competizione tra Provincia e Comune appare un gioco politico di cui i cittadini teramani non sentono il bisogno e che rischia di danneggiare l’interesse collettivo. Le inutili concorrenze vanno messe da parte se si vuole effettivamente costruire una visione stabile e concretizzare le ambizioni della città di Teramo – Consigliere Comunale Gruppo Misto Componente Azione, Alessio D’Egidio