PESCARA – “Si è tenuto ieri l’incontro con l’Assessorato alla Sanità della Regione Abruzzo sui Piani di rientro dal disavanzo sanitario delle Asl Abruzzesi. L’Assessore Verì ha confermato che le linee di indirizzo regionali in merito alla redazione dei suddetti piani non contenevano indicazioni di taglio alla spesa del personale, questo per non incidere sulla quantità e qualità d elle prestazioni sanitarie. Per la Regione occorre incidere sulla spesa relativa alle prestazioni sanitarie e all’acquisto di beni e servizi”. Lo rende noto la CGIL Abruzzo Molise, con una nota sottoscritta dalla Segretaria Alessandra Tersigni, dalla Segretaria dello SPI regionale Maria Lucia Pasquale e dal Segretario Generale Fp Cgil Abruzzo Molise Luca Fusari.

“Come Cgil abbiamo chiesto, quale atto di coerenza, di osservare i piani di rientro, come quello della ASL1, che a differenza della indicazione della Regione hanno operato tagli al turn over del personale. Abbiamo ribadito, poi, che i tagli all’acquisto di beni e servizi non devono tradursi in un taglio del personale delle aziende in appalto alle ASL – continuano i sindacalisti – come invece pare stia accadendo. Un’internalizzazione dei servizi, senza l’internalizzazione dei dipendenti che li assicuravano, si traduce in disoccupazione e aumento dei carichi di lavoro del personale sanitario interno alle ASL con ripercussioni sulla qualità del servizio ai cittadini. Bisogna, inoltre, impedire la perdita di occupazione che interessa la mancata conferma dei contratti somministrati e a termine, di cui si ha notizia in questi giorni, dei dipendenti delle aziende appaltanti le ASL”. E’ necessario, poi, per la Cgil, che “il richiamo all’appropriatezza delle prescrizioni, il taglio alla spesa farmaceutica e ai dispositivi medici non vada ad incidere sul diritto alla cura e all’accesso di adeguate prestazioni sanitarie dei pazienti più anziani, che pagherebbero lo scotto del deficit sanitario, è il caso di dirlo, sulla propria pelle”.

“L’Assessore ha, infine, data l’importante notizia della necessità di operare, per il 2025, ad una riforma della rete territoriale delle ASL – aggiunge la nota sindacale – apportando ad una riduzione delle stesse al fine di produrre una economia di spesa. La richiesta di produrre uno ‘shock organizzativo’ pare sia arrivato dallo stesso tavolo di monitoraggio della spesa sanitaria del Ministero della Salute. A tal fine l’Assessorato farà un gruppo di lavoro tecnico interno che dovrà produrre una proposta di riforma. In relazione a questo punto abbiamo chiesto:

  • un tavolo di confronto al fine di pervenire, se possibile, ad una soluzione condivisa.
  • che sia mantenuto almeno l’attuale livello della qualità delle prestazioni
  • che sia rispettato il “principio di prossimità” delle prestazioni sanitarie non penalizzando i territori decentrati o periferici”.

La Cgil si è comunque riservata di esprimere la propria posizione alla presentazione della bozza del progetto di riforma che conterrà le linee di indirizzo, le modalità di attuazione e l’impatto sul territorio.