PESCARA – “L’Abruzzo che vogliamo è una Regione in cui i fondi pubblici siano utilizzati al fine di migliorare i servizi sul territorio e la vita di chi lo abita. Non c’è spazio per azioni diverse, poiché le casse della Regione Abruzzo non sono a uso e consumo dei governi di turno, ma appartengono a tutti i cittadini che contribuiscono, anche attraverso il pagamento delle tasse, alla stabilità della comunità”. Ad affermarlo sono i consiglieri regionali che costituiscono il Patto per l’Abruzzo Francesco Taglieri, Antonio Blasioli, Silvio Paolucci, Erika Alessandrini, Pierpaolo Pietrucci e Antonio Di Marco che questa mattina, con il Capogruppo Luciano D’Amico, hanno tenuto una conferenza stampa sul delicato tema dell’utilizzo dei fondi pubblici in Regione Abruzzo.

“Il 28 dicembre 2023 il Consiglio regionale ha approvato una legge cosiddetta omnibus, ovvero con contenuto eterogeneo e plurimo; all’interno di tale legge troviamo, tra l’altro, disposizioni volte a elargire contributi a circa 2.300 associazioni, enti, istituzioni, senza che siano stati preventivamente individuati i criteri per determinare e/o giustificare l’inserimento di quelle specifiche associazioni, enti, istituzioni, nel provvedimento di legge. Abbiamo chiamato questa legge (ma anche le successive integrazioni e modifiche) ‘legge mancia’. Tale ‘legge mancia’ (ovvero, letteralmente, legge che costituisce un’elargizione di denaro effettuata per ottenere presumibili vantaggi o come segno di benevolenza) è finanziata, dice il testo, con presunte ‘maggiori entrate’. Sul punto l’articolo 81 della Costituzione sancisce con la massima chiarezza che ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte”, hanno spiegato i consiglieri di opposizione.

Il Patto per l’Abruzzo denuncia, quindi, il metodo utilizzato poiché  penalizza la trasparenza e l’imparzialità ed elargisce soldi pubblici per le più disparate realtà: dalla scuola di ballo brasiliano, fino al padel, passando per il karate e per non ben specificati eventi di intrattenimento. “Un utilizzo delle competenze legislative della Regione errato – aggiungono – sia perché viola i principi giuridici di generalità e astrattezza, sia perché il metodo di assegnazione attribuisce fondi pubblici in assenza di bandi che stabiliscano i criteri di selezione e che riconoscano il valore e l’utilità sociale delle attività che vengono finanziate. Vogliamo, quindi, riportare l’attività legislativa della regione sui giusti binari”.

“Esigiamo – continuano –  il rispetto della norma giuridica, la trasparenza e l’utilizzo di bandi pubblici che mettano tutte le realtà locali nella condizione di poter usufruire di un eventuale contributo regionale esclusivamente sulla base del merito e del valore dei progetti. Nell’ultima sessione di Bilancio 2023 sono stati elargiti ben 22 milioni e 322mila euro di maggiori entrate, ciò a nostro avviso è da censurare per almeno tre motivi fondamentali:

  1. violazione dei principi di generalità e astrattezza delle leggi;
  2. assenza di urgenza;
  3. mancanza di copertura finanziaria

Tale fatto appare in tutta la sua gravità laddove si consideri che la legge mancia è stata approvata nonostante l’emersione improvvisa dell’enorme disavanzo delle Asl abruzzesi,  che chi governa ha taciuto, al Consiglio e ai cittadini, fin dopo le elezioni regionali del 10 marzo. Così come si sta tacendo sul disavanzo 2024 già anticipato dai Direttori generali delle Asl in audizione nella V Commissione”.

“È stata condotta un’analisi statistico-econometrica sull’allegato 3 della ‘Legge Mancia’ e sui risultati elettorali delle ultime elezioni regionali del 10 marzo 2024. L’analisi ha riguardato i 2.287 finanziamenti previsti, con una categorizzazione per provincia e comune, e una classificazione in relazione al finanziamento pro capite per comune. In sintesi si evince chiaramente che all’aumentare dei fondi destinati aumenta il consenso elettorale del centrodestra alle scorse elezioni regionali, e viceversa. A confermare questa nostra affermazione – incalzano i consiglieri – sono i numeri. Una legge, quindi, sbagliata anche nella reale finalità, poiché penalizza interventi prioritari, soprattutto in un momento in cui la sanità è in rosso, i trasporti sono soggetti ad aumenti e le criticità da sanare sono tante. La legislatura è iniziata solo da tre mesi e tutti i nodi stanno venendo al pettine”.

“In questo scenario appare chiaro che in Abruzzo c’è bisogno di una chiara inversione di marcia che metta al primo posto il rispetto, la cura e la tutela delle risorse pubbliche. Gli abruzzesi non si curano o si curano fuori regione, molti abruzzesi non arrivano a fine mese: per questo proponiamo l’abrogazione immediata dell’allegato 3 della L.R. 6/2024, e l’eliminazione di qualsiasi pratica futura in questa modalità: mai più leggi mancia! La Regione, deve assegnare le risorse attraverso bandi pubblici e comunque deve destinarle prioritariamente per coprire i servizi essenziali di assistenza sanitaria (LEA) e il grave disavanzo della sanità; il trasporto pubblico locale, con l’obiettivo di renderlo gratuito per le fasce più deboli della popolazione; l’implementazione di servizi di assistenza sociale; il risarcimento delle attività agricole colpite da calamità, ecc. In particolare, in relazione alla legge in esame, si propone lo stanziamento dei fondi previsti nella seguente ripartizione: 7.322.000 di euro per il finanziamento con bando pubblico – in modo da assicurare trasparenza e imparzialità –  per enti, comuni, associazioni culturali, di assistenza e del sociale, con progetti di valore verificato; e 15.000.000 di euro, se non utilizzati per coprire il disavanzo della sanità, per finanziare il trasporto pubblico gratuito per studenti, under 18 e over 60, e per introdurre il biglietto unico a 1,4 euro per l’intero territorio regionale. L’adozione di queste misure sarà l’opportunità per dare un chiaro segnale di impegno a riportare la Regione Abruzzo sulla strada della programmazione efficace, del rispetto dei territori e di chi li abita. Un importante passo avanti anche per affermare quel clima di fiducia tra istituzioni e cittadini che negli ultimi anni, anche a causa di una pessima gestione della Cosa pubblica, è andato deteriorandosi”, concludono i consiglieri del Patto per l’Abruzzo.

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