TERAMO – Il governo nazionale è vittima di una dissociazione mentale che produce paradossi: da un lato si produce legislazione finalizzata al decentramento, invocando il valore dell’autonomia territoriale, ma dal lato opposto si tolgono risorse proprio agli Enti Locali che, nella loro funzione costituzionale, sono le articolazioni dello Stato più prossime ai cittadini e che garantiscono servizi reali alla comunità.
Questo atteggiamento ossimorico è il segnale inequivoco della mancanza di strategia e di visione sul futuro del Paese, e dimostra quanto la maggioranza di destra sia inadatta a guidare l’Italia.
In particolare, il decreto del Ministro dell’Interno concernente il riparto dei contributi alla finanza pubblica (previsti dall’articolo 1, comma 533, della legge n. 213/2023) conferma il taglio di 250 milioni di euro annui per ciascuno dei 5 anni dal 2024 al 2028.
Tagli per 200 milioni di euro annui sono a carico dei Comuni e per 50 milioni di euro annui a carico delle Province.
Solo la Provincia di Teramo deve rinunciare a un milione e 230mila euro, pari a circa 246mila euro l’anno a partire da quello in corso e fino al 2028.
Il governo sostiene che dai tagli resti esclusa la spesa sociale, ma da sindaco chiedo pubblicamente se il taglio delle risorse per le mense scolastiche, per la manutenzione delle scuole, per il trasporto pubblico locale non rappresenti una riduzione della spesa sociale.
Del resto, già dall’approvazione della Legge Finanziaria per il 2024 è risultato evidente come – dopo oltre 10 anni di stabilità finanziaria per gli Enti locali – i tagli previsti dal Parlamento avrebbero messo le mani in tasca ai cittadini.
Infatti, non si può non capire che gli Enti Locali dovranno aumentare tasse e tariffe che ridurranno ulteriormente il potere di acquisto di salari e pensioni.
E c’è anche un’aggravante: il taglio penalizza proprio gli Enti virtuosi che stanno mettendo a terra gli investimenti del Pnrr con maggiore efficacia e rapidità rispetto ai Ministeri e alle società statali.
Inoltre, allo strabismo governativo si somma una scarsa attenzione verso il lavoro pubblico: bisogna assumere personale – come sostiene giustamente in ogni sede il Ministro per la Pubblica Amministrazione – se si vogliono garantire i servizi, e serve rinnovare il contratto nazionale del comparto Enti Locali che è scaduto da oltre due anni. Ma purtroppo anche qui le risorse annunciate per i rinnovi dei contratti pubblici 2022/2024 sono esigue e nemmeno lontanamente sufficienti a garantire il potere d’acquisto perso in questi anni.
I tagli del governo sulla Provincia e sui 47 Comuni teramani incideranno sulla spesa corrente e quindi sui servizi resi ai cittadini che proporzionalmente subiranno un ridimensionamento.
Chiedo a nome di tutto il territorio provinciale che il governo faccia prima un esame di coscienza e poi una prudente marcia indietro, in primis per i danni oggettivi che sta concretizzando e poi anche per l’incoerenza di fondo con i princìpi di decentramento e di autonomia dei quali sostiene di essere paladino.