TERAMO –  Le dichiarazioni del direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia durante la conferenza stampa di quest’oggi nella sala convegni dell’ospedale Mazzini con il presidente Marco Marsilio per parlare del nuovo ospedale.

Di Giosia ha anche sottolineato che è già attivo un gruppo di lavoro all’interno della Asl dedicato alla realizzazione del nuovo ospedale, che si farà a Villa Mosca.

Spero di poter esserci per la posa della prima pietra. Il mio mandato scade nel 2027 – ha detto Di Giosia -. Cercheremo di accelerare sullo studio di fattibilità e possiamo andare oltre gli stanziamenti stabiliti, grazie alla disponibilità del presidente Marsilio“.

La notizia è che non saranno abbattuti né il Lotto 1 né il Lotto 2. “Non abbatteremo nulla, andremo a realizzare una struttura a sé, visto che ci sono gli spazi“.

 

Maurizio Di Giosia: “Per l’azienda sanitaria di Teramo questo è un momento importante. Come in più occasioni ho avuto modo di dire, la realizzazione di un ospedale nuovo altamente tecnologico è imprescindibile per il futuro della sanità teramana e per garantire cure di elevato standard clinico-assistenziale ai nostri concittadini.

Il dibattito in città, con un confronto dialettico a cui la Asl non si è mai sottratta, ha portato a scegliere l’area di Villa Mosca per il nuovo ospedale. La nostra prima scelta non era questa, come voi ben ricorderete: l’area di Piano d’Accio aveva tutti i requisiti per la realizzazione di un ospedale con standard di altissimo livello. E nel contempo il “Mazzini” l’avremmo destinato a polo della sanità sul territorio.

Ma la necessità di non perdere i fondi a disposizione e ancor più quella di assicurare in tempi ragionevoli un salto di qualità che solo una struttura moderna può assicurare alla sanità teramana, ci hanno portato a rivedere la progettualità iniziale, alla luce di quanto deciso in consiglio comunale. Ovviamente avremo caratteristiche diverse dei percorsi e della struttura sanitaria stessa, ma certamente la realizzeremo nel miglior modo possibile.

Costruiremo il nuovo ospedale secondo i criteri emersi dal convegno scientifico di livello nazionale da noi  organizzato proprio qui a Teramo nel gennaio scorso, intitolato “Ospedale del futuro: flessibile, tecnologico, sostenibile: I modelli organizzativi”.

Un importante momento di riflessione a cui hanno partecipato personaggi della caratura di Domenico Mantoan, direttore generale Agenas e Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, solo per citarne alcuni degli esperti di livello nazionale intervenuti.

I tre requisiti che ho appena citato, cioè flessibile, tecnologico, sostenibile sono  imprescindibili per l’ospedale del futuro al pari dei nuovi modelli organizzativi.

L’ospedale del futuro sarà per intensità di cure.  Si tratta di un  modello organizzativo che porta con sé un importante cambiamento. Una nuova  filosofia organizzativa che riconosce la diversità del paziente in termini di complessità del quadro clinico e dell’assistenza erogata. In questo tipo di organizzazione i bisogni dei malati assumono un ruolo centrale: ciò significa che i pazienti non vengono raggruppati per disciplina medica ma per intensità di bisogno, ovvero che pazienti con bisogni assistenziali sovrapponibili sono curati in aree omogenee.

La struttura inoltre sarà flessibile, in grado di adattarsi   alle nuove situazioni che ci riserverà il futuro, sia per quanto riguarda le patologie che le tecnologie.

Ecco dunque che veniamo alla necessità di una continua innovazione della tecnologia. Quest’ultima migliora notevolmente la sicurezza del paziente e l’accuratezza del trattamento, l’efficienza organizzativa e infine riduce anche i costi. Il nostro nuovo ospedale sarà altamente tecnologico.

Un altro aspetto da sottolineare è che l’assistenza e il ricovero in ospedale saranno riservati alle malattie gravi acute, che richiedano assistenza intensiva o chirurgia d’urgenza. Sarà un luogo di cura delle acuzie, che si appoggia solidamente alle attività territoriali che promuovono la continuità assistenziale. E qui si apre tutta la partita della rivoluzione dell’assistenza territoriale prevista dal Dm 77 e dal Pnrr.

L’ospedale, in definitiva, in una visione integrata al territorio, rappresenta uno dei nodi strategici di una rete ospedaliera connessa all’altrettanto importante rete dei servizi territoriali”.