TERAMO – L’uomo Valdo Di Bonaventura sa quanto sia stimato da ekuonews, da sempre e non in determinati periodi tipo questo.

Proprio recentemente, in una serata non preorganizzata, ci siamo ritrovati dinanzi ad un aperitivo, per poi consumarne più d’uno. Fu l’occasione di un necessario chiarimento professionale, che volevamo tutti. Perché? Perché gli riconosciamo d’essere persona schietta, anche se tale virtù mal si coniuga con la politica, creata quasi in antitesi.

Valdo per tutti, l’assessore più popolare in città degli ultimi 10 anni (e non ce ne voglia nessuno), è anche uomo che non porta rancori, in un mondo che vive una quotidianità opposta, cosa che lui non riuscirà mai a fare. Il suo essere, le sue idee e le sue maniere piacciono ai più ma non alla politica composta da altri “ingredienti“, tipo il dire e non dire, per poi procedere. Alcuni esempi eclatanti ed attualissimi?

Che immagine ha prospettato del suo “Teramo Vive” quest’oggi, in conferenza stampa?

Ha dichiarato che… “Su questa situazione la debolezza e la fragilità del mio gruppo hanno influito. Avessi avuto con me Di Sabatino e Passerini forse sarebbe andata a finire diversamente!“. Vi immaginate i salti di gioia di Deborah Fantozzi, di Simone Mistichelli e di Michele Raiola? Ma non è finita, perché ha aggiunto: “Loro hanno usufruito dei miei voti per essere eletti e pertanto devono attenersi alle mie direttive o fare cose diverse altrove!” e successivamente ha “annullato” il comunicato stampa diramato dal suo capogruppo Simone Mistichelli il quale, invece, recitava d’essere stato avallato dallo stesso Di Bonaventura. Anche qui l’ex assessore è di parere diverso: “Ne avremmo dovuto parlare assieme perché il comunicato di Rajola non andava fatto e Mistichelli ha invece proceduto di sua iniziativa. La debolezza del gruppo ha poi fatto il resto…“. C’è dell’altro?

, perché non è politicamente corretto votare a favore questo o quel punto all’ordine del giorno solo perché voluto dalla maggioranza dopo averlo pubblicamente e ripetutamente criticato dinanzi a tanti, in città. E poi quella candidatura regionale in Azione… era così tanto sentita o celava motivazioni opposte a quelle del volere della maggioranza consiliare?

Se la politica arriva a non tener conto degli elettori, ha sempre e soltanto torto? Ce lo chiediamo, oggi.