TERAMO – Valdo Di Bonaventura non ci sta ed è un fiume in piena in quello che sembra essere più un comizio, che una conferenza stampa convocata a seguito della sua estromissione dal rimpasto di giunta che il sindaco Gianguido D’Alberto ha messo a punto nei giorni scorsi. Tanti cittadini a seguire le parole dell’ex assessore, i suoi sostenitori di sempre, tra i quali gli ex consiglieri di Teramo Vive Paolo Di Sabatino e Piergiorgio Passerini e qualche rappresentante di altri partiti e schieramenti politici, più o meno defilati o casualmente in zona (visto che l’incontro è stato in affollato locale pubblico). Si è visto anche Simone Mistichelli che già ieri aveva spiegato le posizioni del gruppo penalizzato dalle scelte per il nuovo esecutivo.

“Un’operazione scellerata che non ha avuto rispetto di chi è andato a votare – ha detto Di Bonaventura – e che ha messo in dubbio la loro rappresentanza. E’ una questione di Costituzione e Democrazia e chi parla tanto di Costituzione e democrazia a questa cosa doveva pensare”. Ovvia l’allusione al sindaco D’Alberto e poi all’influenza che avrebbe subito da parte di Andrea Core che, secondo Di Bonaventura, avrebbe annunciato ancor prima della tanto criticata candidatura alle regionali in Azione, la sua “cacciata” dalla giunta.

Un Valdo diverso di quello conosciuto nei suoi entusiasmi per la cura della Villa Comunale, dei cigni e del verde e il decoro cittadino, ma un Di Bonaventura deciso e risoluto nella decisione di non fermarsi qui e di procedere nella protesta, con una manifestazione del “suo” popolo giovedì davanti alla sede del Comune al grido di “Io sto con Valdo”. Mentre valuta anche l’ipotesi di una raccolta firme per chiedere, addirittura, le dimissioni del sindaco.

Di Bonaventura però è anche consapevole che il suo esautoramento è dovuto in gran parte al proprio gruppo Teramo Vive, debole politicamente nel sostenerlo. “La debolezza del gruppo consiliare ha sicuramente influito sulle scelte del sindaco – ha ammesso Di Bonaventura ammettendo la fragilità e la quasi inesistenza del gruppo stesso. “Se ci fossero stati Paolo Di Sabatino e Piergiorgio Passerini, queste cose non sarebbero successe”. Valdo però al contempo spera di ricomporre la frattura in “Teramo Vive”, nonostante provi due vole a prendere le distanze da Mistichelli, non avallando del tutto l’espulsione di Raiola e sottolineando come il gruppo non rimanga proprio in maggioranza.

Quanto ad un suo eventuale approdo in Azione o in un’altra formazione politica non si sbilancia, ma quel che è certo è “che se il centrosinistra è quello che ha rappresentato questa situazione, io non ci ho più nulla a che fare”, chiosa.

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