GIULIANOVA – Si è svolta ieri Giovedi 30 maggio 2024, la prima passeggiata del Giovedi in Montagna insieme al Club Alpino Italiano Sezione Val Vibrata-Monti Gemelli l’attività integrata del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) di Giulianova, guidato dal dott. Gaetano Callista, con la collaborazione del Dipartimento di Salute Mentale di Teramo diretto dal dott. Domenico De Berardis, e grazie al supporto della dott.ssa Manuela Di Virgilio Direttore Sanitario del P.O. di Giulianova, “apre le porte del reparto” coinvolgendo i pazienti ricoverati nell’attività di Montagnaterapia: la montagna come strumento di cura e di riabilitazione psichiatrica. La “Madonnina” è stato il riferimento da raggiungere partendo dal piazzale dei Prati di Tivo per questa Escursione a valenza terapeutica facile ma affatto banale, verso il Gran Sasso.
Questo approccio si fonda sulla convinzione che la montagna e le attività ad essa legate, specialmente se svolte all’interno di un contesto di gruppo, possano offrire un grande valore terapeutico e riabilitativo per individui in situazioni di fragilità. Secondo l’approccio della Montagnaterapia, le attività in natura che implichino un confronto diretto tra sé e l’ambiente, rinforzate da adeguati interventi di riflessione sull’esperienza realizzata, favoriscono una più immediata presa di coscienza rispetto al proprio mondo interiore e al proprio funzionamento. Camminando in montagna, nel contesto della natura, la persona riscopre il proprio ruolo attivo, non subisce passivamente le cure ma coinvolge tutto il proprio essere, intervenendo in prima linea nel proprio processo di cambiamento. La cima di una montagna da sempre simboleggia il successo, il raggiungimento di un obiettivo, un punto di arrivo ma, allo stesso tempo, rappresenta anche la fatica, la sofferenza e il sacrificio che sono stati necessari per raggiungerla. La montagna è uno spazio vitale, un laboratorio dinamico, un contesto nuovo perché diverso dall’ambiente conosciuto. In montagna ci si confronta con i propri limiti, con l’impegno, con le variazioni climatiche, con l’ignoto e tutto questo con importanti ricadute in termini di presa di coscienza di sé, di autostima e di autoefficacia. L’esperienza vissuta in maniera molto partecipativa sia dai pazienti che dai loro familiari è stata “refolo dell’ecologia della mente che come un abito di foglie avvolge fresco sulla pelle consegnando allo stupore ed alla gioia dell’indicibile riscrittura edificante dell’infinito nel qui ed ora”, una ricetta di benessere psicofisico, di tolleranza ed integrazione e più in generale, di gentilezza e di pace.
Tale iniziativa, realizzata per la prima volta ieri 30 maggio 2024, si aggiunge ad un piano riabilitativo introdotto in SPDC con l’arrivo della dott.ssa Rossella Angelozzi (Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica) che ha dato nuova linfa con idee e progetti.
Infatti, forse per la prima volta in Italia, dall’inizio dell’anno 2024, con cadenza settimanale, si è formato un “Gruppo Multifamiliare” nel quale, senza giudizio l’uno verso l’altro, le persone che soffrono e i loro cari si incontrano con altre famiglie per condividere difficoltà ed esprimere emozioni da troppo tempo rimaste in silenzio. Ogni incontro di gruppo inizia con una pratica meditativa Mindfulness condotta dalla dott.ssa Francesca Struglia, psichiatra con ampia formazione nel settore e con un “Master certificato di alta formazione in Mindfulness in ambito clinico”.
Il gruppo ha registrato una costante crescita nella partecipazione portando alla nascita anche di una chat di messaggistica nella quale utenti, familiari e operatori possono condividere esperienze e richieste di aiuto e nella quale il confine fra chi soffre e chi aiuta è sempre più sottile.
Inoltre, il percorso di cura di ogni paziente psichiatrico, durante la degenza, prevede una combinazione di interventi terapeutici e riabilitativi, tra cui l’identificazione dell’età di esordio del Primo Episodio Psicotico, l’Individuazione dei Segni Precoci, la Psicoeducazione, il Problem Solving e i Trattamenti Psicosociali. Tali trattamenti hanno portato a ridurre al minimo l’uso di misure coercitive e promuovono approcci terapeutici più empatici e orientati alla persona.
Nel reparto durante la settimana si svolgono attività strutturate come gruppi psico-educativi sul tema della recovery, la gestione della rabbia, il potenziamento delle abilità sociali, l’Art Therapy con i benefici del disegno e il laboratorio di cineforum. Infine, ma non meno importante, viene promossa l’autosomministrazione della terapia farmacologica per rendere completamente autonome le persone al rientro a domicilio. Il coinvolgimento del paziente nel proprio trattamento è un pilastro dei programmi riabilitativi. L’obiettivo dell’autosomministrazione è quello di responsabilizzare il paziente, aiutandolo nell’uso e nell’adesione alla terapia psichiatrica, per raggiungere l’autonomia necessaria per un’assunzione consapevole.
Lo scopo di tali iniziative è quello di diminuire il ricorso alla contenzione, combattere lo stigma e i pregiudizi, promuovendo un clima accogliente e positivo nei confronti della salute mentale.
Il DIRIGENTE MEDICO RESPONSABILE
Dott. Gaetano Callista