TERAMO – Nei giorni scorsi si è tenuta, presso il Palazzo del Governo, la riunione di coordinamento sui lavori PNRR che interesseranno l’area di Madonna delle Grazie, a Teramo. Al tavolo, coordinato dalla Prefettura, hanno partecipato il Provveditorato alle Opere Pubbliche e la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio, nonché le imprese ed i progettisti coinvolti. Ben quattro gli interventi al via e che dovranno concludersi nel rispetto della scadenza del 31 dicembre 2025 imposta dal PNRR. La Soprintendenza curerà gli interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino che interesseranno il Santuario della Madonna delle Grazie, di proprietà del FEC (Fondo Edifici di Culto) gestito dalla Prefettura, per un importo pari a quasi 4 milioni di euro; il Provveditorato si occuperà, invece, dei tre interventi di efficientamento energetico e mitigazione del rischio sismico degli Uffici giudiziari di proprietà comunale, per una operazione complessivamente pari a quasi 19 milioni di euro.

Nel corso della riunione è stato costituito un gruppo di lavoro permanente che ha dato avvio all’analisi delle prevedibili interferenze tra i diversi cantieri condividendo, con i tecnici presenti, l’assoluta necessità di assicurare una adeguata pianificazione ed un costante coordinamento dei lavori. Il gruppo di lavoro permanente costituitosi sarà chiamato a confrontarsi su ogni possibile aspetto di rilievo, in relazione al cronoprogramma degli interventi.

Il Prefetto Fabrizio Stelo, nel ringraziare il Provveditore Ing. Vittorio Rapisarda Federico e la Soprintendente, Arch. Cristina Collettini, per questa essenziale collaborazione istituzionale, ha garantito il pieno supporto da parte della Prefettura. “Ci saranno inevitabili disagi, in ragione della compresenza nell’area di quattro cantieri, per affrontare i quali occorre mettere in campo ogni sforzo sia da parte delle istituzioni che da parte dei privati – osserva il Prefetto -. Si tratta, infatti, di un’occasione unica ed imperdibile per restituire, finalmente, alla cittadinanza il pieno utilizzo di edifici che, purtroppo, portano ancora i segni degli eventi sismici, garantendo la loro conservazione per gli anni a venire”.