TERAMO – 34 anni per rinnovare il contratto sono troppi (forse) nel rapporto con quello che è il suo costo, nonostante si sia dinanzi ad un professionista autentico il quale, difficilmente, rientrerà nei programmi futuri del Città di Teramo. In attesa dei colloqui societari che saranno avviati da giovedì (si attende l’esito sul futuro del Bonolis? – ndr -), l’incertezza sulla “conferma non conferma” di Mateus Dos Santos è comprensibile.

Se il bomber lascerà la maglia biancorossa, lo farà nella consapevolezza d’aver scritto un’altra importante pagina della propria carriera. Non parliamo delle 26 reti messe a segno tra campionato Coppa, motivo per il quale la società biancorossa lo ingaggiò spuntandola sugli storici “rivali” giuliesi, ma per aver saputo indossare al meglio le vesti da leader, sia nello spogliatoio sia in campo, soprattutto quando dalla panchina vedeva giocare Nicola Santirocco che per qualche domenica gli era stato preferito.

Uno dei momenti più belli della stagione e che ne contrassegnano la veridicità, lo registrammo in occasione di un cambio operato da Pomante, con Dos in piedi sulla panchina ad applaudire il compagno che lui stesso si apprestava ad avvicendare, prima d’abbracciarlo. Dietro quei momenti non si celava soltanto la sovrana armonia del gruppo biancorosso, ma emergeva l’essere un professionista autentico tra tanti dilettanti regionali.

Il calcio, però, resta spietato: vanno fatte delle scelte che non possono né devono tener conto di questi aspetti, per quanto belli siano, nella speranza d’individuare un futuro Dos Santos e sapendo che facile non sarà affatto.

Comunque andrà, grazie bomber!