TERAMO – Quell’estate del 2015, calcisticamente, rimarrà come segno indelebile nella tifoseria biancorossa, per sempre. Era stata conquistata la serie B con la squadra più forte di quel campionato e solo vicende extra calcistiche, per noi non incidenti sulla legittimità della vittoria conquistata sul campo, diedero il lasciapassare alla Serie B dell’Ascoli Calcio.

Per uno che come me era stato “giornalisticamente esiliato” da qualche anno in Val Vibrata (territorio per gran parte “marchigiano“) e che governava il lavoro di una redazione ascolana di Ascoli Piceno, fu il periodo giornalistico-sportivo peggiore in assoluto.

Non tutti ricorderanno che già 9 anni or sono si disputavano i play-off, che L’Ascoli fu eliminata al primo turno (2-4 con la Reggiana d.t.s.) e che in finale approdarono Como e Bassano, con i lariani poi promossi. Ritenevamo, almeno noi, che nella cadetteria meritasse di approdare chi aveva perso la finale, ed invece, a norma di Regolamento, non fu così. In B andò l’Ascoli e ricordo ancora un titolo di quei giorni, tra i tanti: “Teramo colpito e affondato“. A posteriori lo riteniamo essere stato il più calzante con la storia, perché la nostra città fu colpita in pieno volto dal peggiore dei pugni d’incontro possibili, con la serie B persa da inaudite ingenuità, perché tali furono, dirigenziali.

Sono passati 9 anni (di Serie B per l’Ascoli – ndr -) da allora. La ruota sportiva gira, gira, gira… ma ad un certo punto si ferma e l’Ascoli oggi si sveglia in Lega Pro, anche nel peggiore dei modi, con 41 punti conquistati (non pochi – ndr-) e con lo “scotto-aggravante” dell’ex aequo con il Bari, ma con il doppio confronto sfavorevole…

E’ giustizia sportiva? O divina?