TERAMO – Che Luciano Campitelli resti il personaggio che è, nessun dubbio.

Che muoia dalla voglia di “vivere nuovamente il calcio” da protagonista, non come a Pineto per intenderci, è verissimo, ma il poterlo fare con i colori che gli sono rimasti nel cuore, quelli biancorossi del  Teramo, resterà una semplice, vana speranza. Lo abbiamo già scritto e motivato recentemente e non lo ripeteremo.

La società biancorossa si muoverà, quindi, in maniera diversa e con un assetto che, se ampliato, non vedrà nel proprio futuro né la presenza dell’ex presidente della Serie B conquistata solo sul campo, né quella di altri personaggi calcisticamente noti in città, e ci riferiamo a Salvatore Di Giovanni.

Quel che invece risponde a verità è che Luciano Campitelli ha dialogato con la dirigenza de L’Aquila (non della Sambenedettese – ndr – ) e che dinanzi a tale eventualità non sia restato insensibile, senza mai dimenticare che Pescara rimarrebbe comunque dietro l’angolo.

E’ poi certo che, ma questo è umano, per concretizzare “un sogno da terza età” di chi ama spendere tanti soldi per il calcio e per tutto ciò che gli ruoti attorno, bisognerebbe sentirsi, almeno, un po’ corteggiati o, quanto meno, accettati di buon grado: il Città di Teramo non lo ha né cercato, né tantomeno gli ha aperto le porte, che crediamo non gli aprirà mai.

Paradossalmente per Ercole Cimini potrebbe essere diverso, ma vi immaginate Cimini socio del Città di Teramo e Campitelli de L’Aquila? Senza andare oltre perché, almeno noi, abbiamo altrettante difficoltà ad immaginare l’ex presidente del Teramo Calcio in società con l’ex presidente del Calcio San Nicolò… a L’Aquila!