PESCARA – Oggi nella tappa di Pescara del tour tra le principali carceri italiane che ha iniziato il 2 aprile scorso, contestualmente allo sciopero della fame, il segretario generale del S.PP. Aldo Di
Giacomo ha avvertito un improvviso malore e si è reso necessario l’intervento dei sanitari e il trasporto in ospedale. A riferirlo è il vice-segretario generale Gina Rescigno. Prima del malore, parlando con i giornalisti, ha fatto il punto dell’iniziativa di protesta – che comunque intende continuare – per riaccendere l’attenzione del Paese sull’emergenza che vive da troppo tempo il nostro sistema penitenziario. “Negli ultimi giorni l’annuncio del Ministro Nordio di nuove strutture e padiglioni nelle carceri esistenti, per un totale di 2.262 posti extra – ha detto Di Giacomo – denota la grande confusione perché è semplicemente impensabile programmare la detenzione di altre migliaia di persone senza contestualmente programmare l’assunzione di nuovi agenti. Secondo un calcolo immediato con circa 2.300 detenuti in più servirebbero almeno altri 2mila agenti oltre a sopperire alle carenze di organico già note”.

“Siamo di fronte al totale fallimento della gestione dell’Amministrazione Penitenziaria – ha continuato il sindacalista – come riprovano le quotidiane cronache dal carcere di questo primo trimestre del 2024 che segnano, purtroppo in continuità con il 2023, le aggressioni dei detenuti ad appartenenti al Corpo: nel 2023 sono state oltre 1800 con una media di 5 al giorno; di queste un terzo hanno prodotto prognosi di oltre 8 giorni ma in 150 casi sono state superiori ai 20 giorni. Inoltre, 30 suicidi dall’inizio dell’anno, a cui aggiungere quattro agenti penitenziari (nei mesi a cavallo tra il 2023 e il 2024). Gli istituti penitenziari si confermano ‘piazze di spaccio’ di stupefacenti come riprovano i continui sequestri di droga oltre che di telefonini in buona parte introdotti attraverso droni. Tutto questo accade mentre non c’è alcun intervento organico ed efficace per affrontare il sovraffollamento (in alcune carceri sino al 130%) e la grave carenza di organici”.

“È una situazione intollerabile che non siamo più disposti a subire in un’attesa perenne di provvedimenti e misure che l’emergenza quotidiana richiede e che si fermano a semplici annunci. Come Sindacato di Polizia Penitenziaria – lo stiamo dimostrando con il tour e con lo sciopero della fame – siamo decisi a fare di più nella protesta perché non siamo ascoltati da chi per responsabilità istituzionali dovrebbe farlo. Mi rivolgerò – conclude Di Giacomo – al Presidente Mattarella che è stato sinora l’unico rappresentante istituzionale ad occuparsi del sistema penitenziario”.