Sulla notiza trapelata a seguIto degli arresti dei magistrati del Tribunale di Roma Antonio Savasta e Michele Nardi, all’epoca dei fatti in servizio a Trani, legati all’imprenditore Luigi Dagostino, accusato di corruzione in atti giudiziari, e che vedrebbe il nome del Candidato Governatore Giovanni Legnini essere finito nell’agenda dello stesso Dagostino, è intervenuto il movimento 5 stelle con una nota del candidato presidente Sara Marcozzi: “Apprendo dagli organi di stampa che il nome del candidato Presidente dell’Abruzzo del centro sinistra Giovanni Legnini è finito sull’agenda dell’imprenditore Luigi Dagostino, accusato di corruzione in atti giudiziari. Accusa che ha portato gli inquirenti di Lecce a procedere all’arresto dei magistrati del Tribunale di Roma Antonio Savasta e Michele Nardi. Le smentite e le prese di distanza di facciata che leggiamo sui canali social di Legnini non bastano più a nessuno.Ascoltare da un ex Vicepresidente del CSM una serie continua di ‘Io non sapevo’, ‘Se avessi saputo non sarei andato’, ‘Sono stato freddo nei loro confronti’, sono scuse frettolose e maldestre. La difficoltà evidente di Legnini si palesa quando tenta affannosamente di sminuire una notizia rilanciata da tutte le agenzie di stampa spacciandola per un attacco dei suoi avversari politici.A questa vicenda grottesca si aggiunge quanto riferito da Alessandro Lanci, suo candidato, che ha attribuito a Legnini un emendamento alla finanziaria del 2016 sul limite delle 12 miglia per le trivellazione petrolifere, nonostante in quel momento Legnini fosse già al CSM.Tutte questioni che lascerebbero intendere una commistione tra politica e istituzioni gravissima: il superamento disinvolto e sistematico del principio di separazione tra i poteri, uno dei principi fondamentali dello stato di diritto e della democrazia liberale.
Il tutto mentre il candidato di centrosinistra continua a recitare, come una nenia, gli slogan sul cambiamento, sulla novità o l’aria nuova. La realtà è che ha ricandidato con se tutta la giunta regionale D’Alfonso, nel segno della più totale continuità nei modi e nelle persone.Legnini rappresenta in tutto e per tutto l’ancien règime che si nasconde dietro a liste civiche che col civismo non hanno niente a che fare. Gli abruzzesi meritano di più di questa continua pantomima e sono sicura che il 10 febbraio lo dimostreranno nelle urne”.

La replica di Giovanni Legnini. “L’attacco che mi viene rivolto dalla Lega abruzzese e dal Movimento 5 Stelle è chiaramente strumentale. Non c’è alcuna grana che mi riguardi e a scriverlo è lo stesso Giudice delle indagini preliminari nell’ordinanza di arresto di due magistrati pugliesi.

Legnini, annota il Gip nell’ordinanza pubblicata oggi dall’Ansa, “non era previamente informato o comunque a conoscenza” della presenza di uno dei due Giudici indagati e del suo amico imprenditore alla cena alla quale ero s tato invitato. E se avessi saputo della loro presenza, certamente non sarei andato a quella cena privata con 30 persone a casa di un mio ex collaboratore. Peraltro, come risulta dagli atti di indagine, trattai con molta freddezza il magistrato in questione, nei cui confronti pendeva un procedimento disciplinare, proprio perché irritato dal suo tentativo di avvicinarmi. Ciò riferii quale testimone alla Procura di Firenze che stava svolgendo le indagini. La vicenda, per quel che mi riguarda, si è chiusa lì.

Si tratta di una notizia vecchia, già nota e chiarita sette mesi fa ed ora la Lega intende cavalcarla e strumentalizzarla solo per ragioni elettorali, non avendo altro cui aggrapparsi, logicamente anche il Movimento 5 Stelle si è accodato e questo si commenta da sé”.