TERAMO – In politica c’è di tutto ed è un fatto che la riconoscenza non sia di casa.
Ricordo che nel 2019 il primo Sindaco “non padano” ad aderire alla Lega di Salvini che spopolava con il 27,5% fu proprio Pietro Quaresimale, il quale da “non nordista” si presentò con la fascia a Pontida: ci furono molte polemiche ma lui ottenne qualcosa come 8.838 voti e fu un vero trionfo politico, anche inaspettato. La risposta? La Lega gli preferì un assessore del suo stesso partito, nominandolo “soltanto” capogruppo…
In quella circostanza il primo sindaco “non padano” presente a Pontida, commise il primo grande errore, perché il disconoscimento del plebiscito popolare andava “politicamente punito”: nonostante ciò, voltò le spalle a Fratelli d’Italia che lo avrebbe accolto molto, molto ben volentieri. Seppe attendere prima d’avere giustizia e lo fece per rispetto dei suoi elettori e della sua stessa persona, iniziando a lavorare tanto, tantissimo, senza mai dimenticare la provenienza teramana. Intanto in Regione molti indossavano altri abiti, pensando all’immediato futuro… lui no.
Il secondo errore? E’ recente, lui che avrebbe accettato di sfidare Gianguido D’Alberto: nei fatti la Lega non lo impose come avrebbe dovuto, aderendo ad una linea rivelatasi perdente e che per moltissimi lo era già in partenza. Nonostante ciò il primo sindaco “non padano” presente a Pontida restò ancora una volta al proprio posto, mentre si registrava il crollo verticale della Lega.
Quanto? In Abruzzo passava dal 27,50% del 2019 al 7,56% di oggi, perdendo il 72,51% dei consensi. E’ come se Pietro Quaresimale dagli 8.838 voti di ieri fosse crollato ai fittizi 2.430… In realtà lo hanno votato in 5.596, più del doppio, il 130% e passa in più!
Probabilmente, ma è una nostra previsione, il primo Sindaco “non padano” lascerà inevitabilmente la “Padania”: “Per me è un momento veramente difficile, anche perché ho lavorato tanto, però devo superarlo al più presto!“, ci ha detto.