TERAMO – Ho fatto parte di quel tavolo a La Tacchinella di Canzano, giovedì scorso.

NON E’ Supergol aveva partorito quella serata, perché Ercole Cimini, ex vice presidente storico del Teramo Calcio, ci volle tutti a tavola, suoi ospiti, dopo aver seguito la trasmissione con Francesco Giorgini, Giancarlo Pulitelli ed ovviamente Tonino Valbruni (in ordine alfabetico). Mi scrisse la mattina seguente: “Ieri sera a più bella puntata da quando esiste Supergol, la dovrebbe vedere tutta l’Italia del calcio moderno. Se sei d’accordo insieme a te vorrei invitarvi tutti a cena, ovunque…“, e così è stato. Sensazioni, emozioni, aneddoti?

Tanta roba in qualunque ambito; ad esempio Francesco Giorgini, che ha la grande qualità di guardarti negli occhi se deve narrare o ascoltare, avrebbe potuto calcare campi di gioco molto più importanti se, a 19 anni, quando era all’Arezzo in Serie B non si fosse fatto convincere dal papà (che lavorava a Teramo, al Distretto Militare dove restò per 40 anni – ndr -) a rinunciare, lui  che non sapeva neanche cosa fosse un campo di calcio. Era molto giovane Francesco nel 1968, ed era anche molto difficile, in quegli anni, “disobbedire” al papà. Lasciò allora l’Arezzo e rinunciò ad un contratto di 170.000 mila lire al mese che sarebbero stati 270.000 l’anno successivo; iniziò a lavorare in un laboratorio analisi (il papà, per intenderci, tirava avanti la famiglia con 70.000 lire mensili – ndr -) e restò fermo per una stagione, prima di ricominciare a giocare con il “suo” Giulianova.

Giancarlo Pulitelli? Anima pura, oggi, anima ribelle ieri! Se non avesse contestato le metodologie di allenamento de “il professore” Franco Scoglio, non sarebbe diventato la bandiera del calcio biancorosso che è rimasta, nel senso che avrebbe avuto una carriera diversa e decisamente più importante. Un particolare m’è rimasto impresso; lui da uomo di tutti i giorni calzava e calza il numero 43 ma scendeva in campo con una scarpetta più piccola di due numeri! Il piede esplosivo di Giancarlo doveva colpire la sfera con la sensibilità assoluta e desiderata: doveva avvolgerla per ottenere le traiettorie volute. Poco importava se quelle scarpette venivano prima immerse in acqua per ore ed ore, così come il pallone degli allenamenti, che doveva essere bagnato e più pesante!

Tonino Valbruni? Ha ricordato il “miracolo calcistico vincente” di Alba Adriatica, con la squadra in crisi tecnica e di risultati e che lui prese in corsa da penultima. Pretese ed ottenne il premio promozione alla firma (quantificato in tremila euro– ndr -), rischiando di far saltare tutto perché alcuni dirigenti si sentirono presi in giro. Seguirono invece 19 vittorie consecutive ed arrivò il salto di categoria in Eccellenza, con l’accorgimento tattico di un centravanti (De Sole) che diventò il nuovo libero e poi elemento cardine della squadra, continuando a giocare in quel ruolo anche in Interregionale!

Che dire? Una serata davvero unica, che ha riconciliato con lo sport più bello del mondo che rimane il calcio (di ieri); grazie Ercolino.