TERAMO – Cari fratelli e sorelle della Città di Teramo e della Diocesi di Teramo-Atri Prima della celebrazione eucaristica, con la quale si concluderà l’Anno Berardiano, desidero rivolgere a tutti voi un particolare saluto nel Signore unito ai sentimenti di gratitudine per il cammino che abbiamo vissuto insieme.
San Berardo, cittadino della nostra Provincia di Teramo, ci ha insegnato che possiamo costruire insieme una comunità non solo pacificata, ma consapevole delle proprie possibilità.
Nei diversi eventi che hanno ritmato il cammino abbiamo potuto constatare insieme che la nostra comunità possiede esperienze di vita e di progettualità imprenditoriali significative per ripartire nonostante i drammatici eventi che si sono succeduti in questo anno in Europa e nel mondo intero.
Possiamo ripartire!
Il motto benedettino ora et labora, che ha segnato la vita di San Berardo, è particolarmente profetico per costruire non solo la nostra comunità ma anche per suscitare e sostenere vie nuove di cooperazione e di sviluppo nella comunità internazionale, di cui è segno la Carta di Teramo.
Una società che si rinchiude in se stessa è destinata ad annullarsi nel tempo e nello spazio.
La Chiesa è annunciatrice che l’umanità non è sola, che Dio chiama l’uomo e la donna a collaborare con Lui, con i propri talenti e il desiderio di essere di più.
Essere di più!
San Berardo ci ha ricordato che ciascuno di noi non è qualcosa, ma qualcuno capace di scelte coraggiose e profondamente animate dal desiderio di promuovere tutti i fratelli e sorelle con cui condivide la propria esistenza.
Per ripartire è necessario liberare la cultura contemporanea da progetti che rendono la persona umana oggetto e la privano di ogni capacità di discernimento e di verifica. Il cambiamento d’epoca, a differenza dell’epoca dei cambiamenti, è il tempo della partecipazione.
La nostra comunità è animata da Centri di ricerca e di didattica di grande respiro intellettuale e internazionale che possono sostenere le nuove generazioni a non lasciarsi plasmare da utopie, ma di amare la realtà sociale e di costruirla, come ci ricorda papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti.
Alle nuove generazioni noi siamo debitori della carità intellettuale, vera anima di ogni progettualità capace di aprire orizzonti nuovi nella vita personale e comunitaria.
I nostri giovani sono più intelligenti di quanto noi pensiamo! Essi attendono di incontrare maestri che siano testimoni, come insegnava San Paolo VI, di una esistenza vissuta, pur tra tante sfide e difficoltà, con fedeltà ai propri doveri e con onestà intellettuale.
La nascente Cittadella della Carità – insieme alle tante forme di carità samaritana che sono silenziosamente operanti nella nostra comunità – sono il segno di una grande disponibilità a non lasciare da solo nessuno, perché il prendersi cura è sempre possibile e apre la strada a soluzioni inaspettate.
Dal Gran Sasso al mare Adriatico, abbiamo avviato un percorso di fede e di speranza, testimoniando insieme che è possibile costruire la Pace, incoraggiare i Giovani, sviluppare la Scienza.
Agli uomini delle Istituzioni rivolgo un particolare pensiero di gratitudine per la loro dedizione al servizio, vera anima della carità politica.
Nel ricordo di san Berardo, ripartiamo con fiducia consapevoli che la storia non è guidata dal caso o dalla necessità, ma dal Risorto che il nostro Patrono ha annunciato e servito nella nostra Chiesa.
Vostro,
Lorenzo, vescovo
Il programma delle celebrazioni:
Cari fratelli e sorelle della Città di Teramo e della Diocesi di Teramo-Atri Prima della celebrazione eucaristica, con la quale si concluderà l’Anno Berardiano, desidero rivolgere a tutti voi un particolare saluto nel Signore unito ai sentimenti di gratitudine per il cammino
che abbiamo vissuto insieme.
San Berardo, cittadino della nostra Provincia di Teramo, ci ha insegnato che possiamo costruire insieme una comunità non solo pacificata, ma consapevole delle proprie possibilità.
Nei diversi eventi che hanno ritmato il cammino abbiamo potuto constatare insieme che la nostra comunità possiede esperienze di vita e di progettualità imprenditoriali significative per ripartire nonostante i drammatici eventi che si sono succeduti in questo anno in Europa e nel mondo intero.
Possiamo ripartire!
Il motto benedettino ora et labora, che ha segnato la vita di San Berardo, è particolarmente profetico per costruire non solo la nostra comunità ma anche per suscitare e sostenere vie nuove di cooperazione e di sviluppo nella comunità internazionale, di cui è segno la Carta di Teramo.
Una società che si rinchiude in se stessa è destinata ad annullarsi nel tempo e nello spazio.
La Chiesa è annunciatrice che l’umanità non è sola, che Dio chiama l’uomo e la donna a collaborare con Lui, con i propri talenti e il desiderio di essere di più.
Essere di più!
San Berardo ci ha ricordato che ciascuno di noi non è qualcosa, ma qualcuno capace di scelte coraggiose e profondamente animate dal desiderio di promuovere tutti i fratelli e sorelle con cui condivide la propria esistenza.
Per ripartire è necessario liberare la cultura contemporanea da progetti che rendono la persona umana oggetto e la privano di ogni capacità di discernimento e di verifica. Il cambiamento d’epoca, a differenza dell’epoca dei cambiamenti, è il tempo della partecipazione.
La nostra comunità è animata da Centri di ricerca e di didattica di grande respiro intellettuale e internazionale che possono sostenere le nuove generazioni a non lasciarsi plasmare da utopie, ma di amare la realtà sociale e di costruirla, come ci ricorda papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti.
Alle nuove generazioni noi siamo debitori della carità intellettuale, vera anima di ogni progettualità capace di aprire orizzonti nuovi nella vita personale e comunitaria.
I nostri giovani sono più intelligenti di quanto noi pensiamo! Essi attendono di incontrare maestri che siano testimoni, come insegnava San Paolo VI, di una esistenza vissuta, pur tra tante sfide e difficoltà, con fedeltà ai propri doveri e con onestà intellettuale.
La nascente Cittadella della Carità – insieme alle tante forme di carità samaritana che sono silenziosamente operanti nella nostra comunità – sono il segno di una grande disponibilità a non lasciare da solo nessuno, perché il prendersi cura è sempre possibile e apre la strada a soluzioni inaspettate.
Dal Gran Sasso al mare Adriatico, abbiamo avviato un percorso di fede e di speranza, testimoniando insieme che è possibile costruire la Pace, incoraggiare i Giovani, sviluppare la Scienza.
Agli uomini delle Istituzioni rivolgo un particolare pensiero di gratitudine per la loro dedizione al servizio, vera anima della carità politica.
Nel ricordo di san Berardo, ripartiamo con fiducia consapevoli che la storia non è guidata dal caso o dalla necessità, ma dal Risorto che il nostro Patrono ha annunciato e servito nella nostra Chiesa.
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Vostro,
Lorenzo, vescovo
Il programma delle celebrazioni: