Riceviamo e pubblichiamo

Caro Sindaco D’Alberto,
in attesa di poterne discutere de visu, ci pare opportuno e necessario indicarle qualcuno dei temi che stiamo affrontando al nostro interno e che stanno preoccupando da tempo la Città, iniziando, se lo riterrà, a dialogare con lei.
Vorremmo partire dal tema a noi molto caro della sicurezza delle scuole. A questo scopo le facciamo pervenire anche una copia del Rapporto che CA nazionale ha stilato in occasione della XXI giornata della sicurezza delle scuole, caduta il 22 novembre scorso, rapporto peraltro presente sul nostro sito internet.
Come lei ben sa, la nostra è un’associazione apartitica e laica e, quindi, le tematiche che le esporrò di volta in volta, sono totalmente prive di spirito polemico e tendono esclusivamente a meglio comprendere le logiche che guidano la sua amministrazione e che ci riguardano in quanto cittadini.
Abbiamo scelto la forma della lettera aperta in modo da sollecitare pubbliche risposte atte a stimolare la nascita di un dibattito aperto, appunto, alla partecipazione dei cittadini.
Per comodità vorremmo partire dalla notizia, apparsa sugli organi di stampa in questi giorni, concernente l’annuncio, da parte del Comune, di una ricerca tesa ad individuare un immobile, dice l’articolo, sito in centro, dalle caratteristiche tali da poter divenire una “scuola Jolly” nella quale ospitare a turno gli alunni delle scuole da sottoporre a miglioramento o adeguamento sismico.
Cittadinanzattiva, a seguito dei danni da sisma del 2016/17, ha dimostrato da subito, non è un segreto, assoluta contrarietà al riutilizzo ad uso scolastico degli stessi edifici obsoleti e privi dell’obbligatorio indice di vulnerabilità. Colpisce il fatto che solo oggi ci si stia ponendo il problema della necessità di una struttura Jolly, dopo ben sette anni dal sisma, cinque dall’inizio del suo primo mandato e, ancora una volta, in maniera ascientifica.

Infatti: a) anche questo ulteriore edificio, se posizionato in centro, sarebbe concepito con logiche oggi contrarie alle moderne esigenze pedagogiche e didattiche; b) nessun miglioramento o adeguamento, che pur sarebbe da prevedere, consentirebbe a questa struttura di divenire sicura al cento per cento; c) il fatto, a quest’ultimo collegato, che essendo l’immobile situato nel centro storico, la sicurezza degli alunni e degli operatori scolastici potrebbe essere messa a rischio da possibili crolli degli immobili vicini e confinanti; d) il fatto che si perde un’occasione unica per ragionare rivolgendo lo sguardo al futuro (pensiamo veramente che tra cinquant’anni le scuole della nostra città possano ancora avere sede dentro strutture antiquate e pericolose come la Savini, la S. Giuseppe o lo stesso Delfico?).

Da ultimo occorre considerare il fatto che l’apporto di questo Jolly alla rivitalizzazione del centro storico sarebbe assolutamente relativo perché l’unica possibilità di dare al centro nuova vita è quella di riportarvi a vivere stabilmente le famiglie. Così si potrebbe tornare, almeno in parte, a ricreare un ambiente comunitario.
Eppure, immediatamente prima della chiusura determinata dal Covid 19, sia pure in presenza delle citate premesse programmatiche per noi errate, Ella aveva iniziato ad affrontare il problema della effettiva ricostruzione scolastica nel modo corretto, seguendo i dettami delle norme della partecipazione del terzo settore e mettendo intorno ad un tavolo il Comune, i Dirigenti scolastici, gli Ordini Professionali e le Associazioni. Ci saremmo attesi che quel tavolo avesse continuato a riunirsi ma così non è stato.
Ci chiediamo perché il criterio della partecipazione orizzontale sia stato abbandonato e perché non si ipotizzi la costruzione ex novo di un polo didattico, così come hanno già fatto con successo comuni a noi vicini usufruendo dei fondi per la ricostruzione. Polo che potrebbe trovare sede, ad esempio, in zone già destinate urbanisticamente ad ospitare strutture di quel tipo, come l’area vicina alla D’Alessandro, a suo tempo già venuta alla ribalta.
Ci chiediamo come sia possibile ipotizzare di posizionare una scuola Jolly in centro storico senza apparentemente preoccuparsi, ripetiamo, del fatto che, prima di impiantarla, occorrerebbe mettere in sicurezza tutti gli edifici che insistono sulle strade d’accesso e di fuga dal sito prescelto perché, in caso di sisma, potrebbero crollare o comunque mettere a rischio l’accesso o la fuga, appunto. Il tutto, ovviamente, da prevedere in un vero Piano Comunale di Protezione Civile (che è ben diverso e molto più complesso e completo di quello di Emergenza).

Questo ed altri temi ci preoccupano, tutti decisamente rilevanti, quali la messa in sicurezza del sistema acquifero del Gran Sasso, il futuro Ospedale “nuovo”, la questione parcheggi collegata al PUMS, l’attuazione del bilancio partecipativo, il decoro del Centro storico, la costituzione delle Macroaree, ecc. Questioni sulle quali vorremmo un’interlocuzione per avanzare nostre proposte e che, tutte, presentano, a nostro avviso, aspetti di notevole criticità.

Per il momento la ringraziamo per l’attenzione e le porgiamo i nostri più distinti saluti – Il presidente Cittadinanzattiva Mauro Chilante