TERAMO – Teramo è la prima città in Italia che ha avuto più cancellazioni nell’albo Artigiano. La politica regionale non ha raccolto l’allarme lanciato dal Presidente della Confartigianato Imprese Teramo, Luciano Di Marzio, rifinanziando almeno la Bottega scuola che negli anni passati ha creato tanti nuovi imprenditori e ottimi collaboratori nelle aziende. “Un giovane coraggioso che inizia un’attività è destinato a chiudere dopo poco tempo per tutti i pagamenti che arrivano (INPS, INAIL, CCIAA, Tasse anticipate) e tante altre spese (acquisto attrezzature, affitto dei locali, le bollette salatissime) e tanti altri pagamenti. Ma se ancora non incassano un euro come fanno a pagare?”, dichiara il presidente Di Marzio.
“Il Governo, come ha già fatto nel passato con la legge 55, deve intervenire con urgenza nell’esentare da questi pagamenti gli imprenditori almeno per i primi 3/5 anni. Oltre finanziarli, tramite banche, il pagamento della prima rata di mutuo la dovrebbero pagare dopo almeno 2/3 anni dall’inizio dell’attività – continua il presidente di Confartigianato Teramo – come è già avvenuto nel passato con il boom edilizio degli anni 80/90. Anche la Regione Abruzzo, le Province e i Comuni dovrebbero contribuire nell’esentare i giovani imprenditori dalle varie tasse da pagare per i primi anni di attività. Solo così possiamo sperare di avere nuovi imprenditori che contribuiranno alla crescita della ns. economia sia regionale che nazionale”.
“Quello che leggo sui quotidiani locali, riguardante la competizione tra due scuole, la stessa è sempre positiva in quanto ‘meglio tardi che mai’ che le due scuole si siano attivate per risolvere un grande problema che è quello di imparare un mestiere e trovare lavoro ai giovani collaborando con le aziende del settore moda e tessile. La grande professionalità delle aziende della val vibrata e dei comuni della costa teramana è nota a tutti in quanto realizzano prodotti di altissima qualità di tutte le grandi firme italiane dell’abbigliamento e della pelletteria. Questa competitività tra due scuole è sicuramente positiva, saranno i giovani che sceglieranno la scuola dove iscriversi per imparare un mestiere per poi scegliere se andare a lavorare nelle aziende o iniziare un’attività imprenditoriale. Quello che non fa la politica lo fanno gli imprenditori della val vibrata – il ricambio generazionale non esiste piu’ e loro cercano di recuperarlo – la scuola su questo problema ha un ruolo determinante – bisogna ripristinare principalmente la scuola di avviamento professionale”, conclude Di Marzio rivolgendo il plauso al Socio onorario Domenico Di Matteo, al presidente dell’associazione degli imprenditori Massimo Salvi e alla preside del liceo Peano-Rosa di Nereto.