PESCARA – Intervengono sul tema dell’alta velocità adriatica e delle infrastrutture regionali, il candidato alla Presidenza della Regione per il Patto per l’Abruzzo, Luciano D’Amico e il senatore del Pd Michele Fina, tesoriere nazionale del Partito. Per D’Amico “Purtroppo piove sul bagnato. È evidente ormai a tutti che per l’Abruzzo esiste in tutta la sua gravità una questione infrastrutture. Prenderne atto desta amarezza, tanto più che la fase storica di crescenti investimenti pubblici potrebbe al contrario segnare un’inversione di rotta, consentire cioè alla nostra regione di operare per ridurre i divari e adeguare dotazioni che sono insufficienti e obsolete – dichiara il candidato Presidente -. Da ultimo mi riferisco al definanziamento, portato alla luce da Cgil e Uil, dell’alta velocità adriatica a beneficio di una linea settentrionale. Sappiamo noi abruzzesi quanto quella linea, in palese ritardo rispetto alla tirrenica, avrebbe bisogno di interventi di miglioramento, per giunta in un contesto nel quale la nostra regione è in termine di servizio già penalizzata rispetto ad esempio ai vicini marchigiani. Così come sappiamo che i cantieri sull’A14 sono un terribile fardello per la qualità della vita e la competitività, e che la velocizzazione del collegamento ferroviario tra Roma e Pescara è vitale per le nostre prospettive. Eppure anche in questi due casi riceviamo notizie rispettivamente di un prolungamento di anni dei lavori, e per la ferrovia di un brutale definanziamento. Una protesta istituzionale dei nostri vertici regionali, ai massimi livelli, va assolutamente e senza indugio promossa. L’Abruzzo non può e non deve essere la Cenerentola del Paese”.

“È incredibile apprendere praticamente tutti i giorni di sottrazioni e definanziamenti che riguardano le infrastrutture abruzzesi – dichiara il senatore Fina -. L’ultimo caso è quello dell’alta velocità adriatica. Paradossale, vista la nota vicinanza politica e personale del Presidente della Regione Marco Marsilio con la presidente del Consiglio. Evidentemente, e questo è grave, l’appartenenza a Fratelli d’Italia conta e pesa quando si tratta di puntellare il partito e sostenere il governo; meno, niente, quando ci sono da difendere gli interessi abruzzesi”.