ROMA – Situazione critica quella relativa ai contratti collettivi nazionali di lavoro per gli agenti di commercio, scaduti da anni e, al momento, senza alcuna soluzione concreta. Sulla questione interviene il Presidente nazionale dell’Unione Sindacati Agenti e Rappresentanti di Commercio Italiani (USARCI), Giovanni Di Pietro, che dichiara: “I contratti collettivi che riguardano gli agenti commerciali sono ormai scaduti da troppo tempo, per il settore commercio sono scaduti dal 2012 mentre per il settore industriale piccola e media industria la scadenza è stata nel 2017”. Pubblichiamo, di seguito, l’intervista realizzata al Presidente Di Pietro.

– Come descriverebbe la situazione attuale riguardo ai contratti collettivi nazionali di lavoro per gli agenti di commercio in Italia?

“Abbiamo provveduto a denunciare tutti i vari contratti sia del settore commercio che quello del settore produttivo ed abbiamo preparato la piattaforma rivendicativa relativa a quella del settore commercio. Abbiamo inviato alle controparti, Confcommercio e Confesercenti la richiesta di incontro per l’inizio della discussione, ma nonostante due solleciti non ci hanno degnato di alcuna risposta dimostrando una arroganza, una protervia senza paragoni ed anche una mancanza di educazione nei rapporti intersindacali”.

– Quali sono le principali difficoltà che gli agenti di commercio stanno affrontando a causa della mancanza di un accordo?

“Con il rinnovo dell’AEC industria si è creata una dicotomia tra l’AEC del settore commercio e quello del settore industriale, ad esempio, le variazioni di zona, per il settore produttivo è sufficiente una variazione del 5% perché è l’agente possa ritenere di non accettare e di aver diritto a tutte le indennità, mentre per il settore commercio la variazione deve superare il 20% del valore delle provvigioni perché possa invocare la risoluzione per colpa”.

– Mancata risposta delle associazioni datoriali: può spiegare perché questa mancanza di risposta è così problematica?

“Le nostre controparti, Confcommercio, Confindustria, Confapi, Confesercenti, sono in conflitto tra loro a causa di scontri a seguito delle elezioni ENASARCO del 2020 e l’attrito si ripercuote sulla categoria, in realtà le elezioni ENASARCO sono solo una scusante, i motivi reali risiedono in una guerra egemonica tra i due per il controllo e la supremazia nei vari enti, e di ciò ne pagano le conseguenze gli agenti. E pensare che all’interno delle due, Confcommercio e Confesercenti, vi sono sigle sindacali degli agenti di commercio, FNAARC E FIARC CHE SONO PROPRIO LORO EMANAZIONI”.

– Quali sono le Sue aspettative nei confronti di Confcommercio e Confesercenti le due principali associazioni datoriali nel settore commercio?

“A mio avviso non vi sono motivi così gravi da non poter trovare un punto di incontro, anzi le maggiori associazioni sindacali del commercio, dovrebbero sempre cercare e trovare il punto di incontro, e questo lo si può ottenere esclusivamente con il dialogo continuo, con il confronto, ma La Confcommercio rifiuta il dialogo. Noi Come USARCI, siamo equidistanti dalle due confederazioni anche in ragione del fatto che sono nostre controparti, ma saremmo sicuramente pronti a fare da intermediari per una soluzione della querelle”.

– Può spiegare perché questi aspetti sono così cruciali per gli agenti di commercio?

“Gli agenti di commercio rappresentano una categoria di lavoratori autonomi tra le più individualiste nel mondo dell’autonomia. L’A.R. non si rende conto, se non dopo la disdetta, che senza AEC Non avrebbe diritto alle varie indennità previste dalla contrattazione, niente indennità clientela, niente firr, niente meritocratica, niente patto di non concorrenza, ed anche il preavviso nella maggior parte dei casi sarebbe ridotto rispetto quello contrattuale”.

– Quali benefici porterebbe un accordo che rispetta queste esigenze sia per gli AGENTI che per le aziende nel settore?

“Come dicevo precedentemente, il vantaggio è abissale, ce lo conferma anche la corte di cassazione che in una recentissima sentenza ha stabilito che nel caso l’agente non fosse sindacalizzato, il suo contratto non richiamasse direttamente o indirettamente gli AEC, in caso di pensionamento anticipato non avrebbe diritto alle indennità di fine rapporto. Già da questo si comprende la grande importanza del sindacato, ma i nostri colleghi non si informano bene e poi si lamentano denunciando una mancanza di tutela, mentre non ci si rende conto che l’agente italiano ha la sua difesa a migliore normativa che esista al mondo, ma non esiste tutela se non ci si attiva”.

Giovanni Di Pietro è il nuovo Presidente Nazionale dell’USARCI, il Sindacato degli agenti e rappresentanti commerciali più importante d’Italia. Ex Agente pescarese, 71 anni, è stato eletto il 28 maggio 2022 dal XXVI Congresso elettivo riunito a Roma presso l’Hotel Unaway Empire che ha visto la partecipazione di oltre 60 delegati, in rappresentanza dei quasi 50 mila iscritti in tutt’Italia. Di Pietro succede a Umberto Mirizzi che ha ricevuto il plauso per il lavoro svolto in questi ultimi 15 anni di mandato e la nomina di Presidente D’onore dal neo Eletto Presidente e dal Congresso. Di Pietro, già Vice Presidente Vicario, è nel sindacato da oltre 40 anni. Profondo conoscitore della attività di agenzia avendo svolto l’attività per oltre 35 anni, si è sempre dedicato alla difesa ed alla tutela degli agenti. Ora sarà alla guida della federazione per i prossimi tre anni.