L’AQUILA – L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale – nei suoi 125 anni di storia, celebrati quest’anno, che hanno inizio con l’introduzione dell’Assicurazione privata obbligatoria contro gli Infortuni sul Lavoro nel 1898 – rappresenta uno dei pilastri fondamentali del Welfare italiano, inteso come l’insieme di interventi e di prestazioni erogati dalle Istituzioni pubbliche e destinati a tutelare i cittadini dalle condizioni di bisogno, a coprirli da determinati rischi, a migliorarne la qualità della vita e il loro benessere. Attraverso questo Ente c.d. strumentale lo Stato tende a realizzare in concreto i valori di solidarietà ispirati dalla nostra Costituzione che è volta a promuovere la persona, il singolo individuo, eliminando gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il suo pieno sviluppo. La storia dell’Inps si intreccia, dunque, senza dubbio, con quella dello Stato sociale italiano, riflettendo gli sviluppi e i cambiamenti che il Paese ha attraversato nel corso del tempo.

Anche nel difficile periodo storico contemporaneo – caratterizzato da alcuni perduranti effetti sociali della devastante pandemia ma anche, più in generale, dalle insidie di una guerra ai confini dell’Europa e dai riflessi sociali della conseguente attuale e difficile congiuntura economica – l’Istituto è chiamato ancora una volta a svolgere il ruolo di principale gestore del Welfare italiano. Ruolo che l’Istituto ricopre affidandosi sempre di più alle forme innovative di produzione e organizzazione del lavoro che conseguono all’utilizzo delle nuove e più sofisticate tecnologie, le quali rappresentano, in generale, una straordinaria opportunità per migliorare costantemente i servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni, potendosi realizzare, attraverso queste, processi di lavoro più agili e moderni. In questa direzione, i passi già effettuati dall’Istituto sono stati rilevanti, tant’è che oggi l’INPS può annoverarsi, senza dubbio, come uno dei Soggetti pubblici italiani più informatizzati. A fronte della continua trasformazione del quadro normativo, tecnologico ed operativo e delle persistenti e crescenti esigenze di erogazione di nuovi servizi e prestazioni sociali, l’Istituto dovrà continuare, come già fa, a mettere al centro della sua strategia gestionale la formazione constante del proprio personale. Le dimensioni assunte dall’INPS non possono oggi prescindere anche da una sempre più capillare ed approfondita attività di divulgazione che ha come base l’attività di analisi dei dati e l’aggiornamento sulle materie di propria competenza. Si tratta soprattutto di mettere a comune disposizione l’inestimabile patrimonio di dati, fondamentale per fornire quegli elementi informativi di supporto per valutare l’efficacia delle politiche pubbliche, nazionali e locali.

Il Rendiconto Sociale 2022 per la regione Abruzzo costituisce, in quest’ottica, il tentativo di fornire – attraverso dati oggettivi e tabelle esplicative – oltre che un’accurata sintesi delle molteplici attività che l’Istituto svolge al servizio dei cittadini e delle aziende, anche un’analisi e una lettura delle dinamiche del contesto socio–economico produttivo della Regione Abruzzo nel suo complesso. Una raccolta, dunque, di dati amministrativi di estremo interesse per le parti sociali, per la classe politica, per gli studiosi ed i rappresentanti delle altre Istituzioni pubbliche. Attraverso il Rendiconto sociale, l’Inps Abruzzo dà contezza, nell’ottica di una Amministrazione trasparente, del suo operato, del “valore” creato nel territorio abruzzese.

Entrando nel merito della Rendicontazione Sociale per l’anno 2022 appare opportuno rilevare anzitutto i flussi finanziari di Inps Abruzzo; detti flussi, in entrata e in uscita, confermano nell’anno 2022, con un leggero incremento, i valori già rilevati nel 2021; si tratta di 2,852 miliardi di euro di raccolta contributiva e 7,172 miliardi di euro di pagamenti per prestazioni di ogni tipologia. La differenza tra i valori delle entrate e delle uscite, pari a 4,320 miliardi di euro, rende numericamente evidente il ruolo sociale che l’Istituto svolge in terra abruzzese a sostegno dei cittadini, delle famiglie dei lavoratori e delle imprese.

Sul lato delle prestazioni, è importante poi rilevare la riduzione del numero delle pensioni e delle prestazioni “vigenti” all’1/1/2023 (410.260) rispetto all’anno precedente (413.943), pari a -3.683; essa è data dal saldo tra – 5.045 pensioni previdenziali (sostenute dalla contribuzione versata) +1.362 prestazioni assistenziali (sostenute dalla fiscalità generale).

Guardando invece il trend delle pensioni previdenziali e assistenziali “liquidate” nel 2022, si registra un andamento delle nuove liquidazioni che nel tempo ha portato ad un sostanziale pareggio tra pensioni di natura previdenziale e prestazioni assistenziali a durata vitalizia. Infatti, si avverte il graduale estendersi negli anni delle prestazioni assistenziali (+15% delle invalidità civili e + 8% degli assegni sociali, liquidati nel 2022); detti aumenti segnalano probabilmente che – pur nell’ambito del positivo consolidamento economico, dovuto al rimbalzo post pandemico – ci possa essere comunque anche una parte di persone che vede crescere il proprio disagio economico. In particolare, per quanto riguarda gli Assegni Sociali, non è escluso che possa esserci, nel loro continuo aumento negli anni, anche un fattore legato al più facile accesso alle condizioni di separazione familiare, dovute alle recenti riforme normative; in tal casi potrebbero anche inserirsi fenomeni di possibile raggiro delle norme vigenti (cfr. par Analisi in materia di assegni sociali – pag. 54/55 del Rendiconto Sociale).

L’importo medio mensile delle pensioni di vecchiaia/anticipate nel settore privato è pari a 1.103,27 euro: in particolare, 1.343,65 euro per gli uomini e 770,88 euro per le donne. Differenza che fa pensare, da un lato, a periodi di discontinuità lavorativa più incidenti sulle donne e, dall’altro, ad una parità retributiva ancora non completa. Nel settore pubblico invece l’importo medio mensile del trattamento pensionistico è pari a 2.313 euro: 2.606 per gli uomini e 2.034 per le donne. A parte le pensioni del settore pubblico, la spesa annua per pensioni e prestazioni previdenziali e assistenziali del Settore privato è pari a 4.325 milioni di euro, di cui l’86,4% per pensioni. Nell’ambito delle pensioni IVS il 77,5% delle spese afferisce alle pensioni anticipate/vecchiaia, il 4,9% all’invalidità previdenziale e il restante 17,5% alle pensioni ai superstiti. (cfr tab.3 – pag. 11 del Rendiconto Sociale).

La ripartizione sul territorio della spesa annua vede la provincia di Chieti al 29,1% (1.260,6 milioni di €), la provincia di L’Aquila al 24,2% (1.048,2 milioni di €), la provincia di Pescara al 23,7% (1.025,3 milioni di €) e la provincia di Teramo al 22,9% (990,80 milioni di €). I maschi sono beneficiari di circa il 44,4% delle pensioni erogate (58% anticipate/vecchiaia, 54,7% invalidità e 11,3% superstiti, quest’ultimo dato conferma la sicura maggiore longevità della donna).

Dal lato delle entrate contributive, gli importanti segnali di ripresa economica dopo la crisi pandemica, già registrati nel 2021 e consolidatisi nel 2022, hanno fatto segnare un aumento del flusso contributivo del +7,35% nell’anno 2022 nel settore privato mentre, se si aggiungono i flussi contributivi del settore pubblico, l’aumento si attesta al 6,78%. Anche il tessuto delle aziende con dipendenti in Abruzzo è aumentato, in termini numerici, di circa 1500 aziende, mostrando nel 2022 (35.290) una leggera variazione incrementale rispetto all’anno 2021 (33.938). Si registra pure, nell’ambito delle aziende con dipendenti, un maggior numero medio di addetti pari a 290.000 (nel 2022) anziché i 248.00 (nel 2021). Sul fronte dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti e piccoli imprenditori agricoli) si rileva la crescita del numero dei commercianti, in controtendenza con la loro continua diminuzione degli anni passati. Per le altre categorie di lavoratori autonomi, si nota una limitata diminuzione nel numero degli stessi, tuttavia meno accentuata rispetto agli anni precedenti, ma si registra nel contempo, per tutte le categorie di lavoratori autonomi, un flusso contributivo in forte aumento: ciò denota un consolidamento in termini economici di queste categorie di lavoratori autonomi. L’87,5 % delle aziende con dipendenti è costituito, come già noto, da micro imprese con un numero di addetti da 1 a 9; sono 479 (1,5 %) le aziende con più di 50 addetti, mentre le grandi imprese con più di 250 dipendenti sono solo 74 (0,2%).

Infine, appare opportuno rilevare che in questo Rendiconto sociale sono stati inseriti due “focus” di approfondimento su alcuni istituti giuridici (“le vigenti modalità di uscita anticipata dal lavoro” e le “forme di esonero o agevolazione contributiva finalizzata ad incentivare l’occupazione”); si ritiene che detti focus possano costituire strumenti operativi di grande utilità per i cittadini, le aziende e i loro intermediari istituzionali e pertanto saranno oggetto di specifica diffusione sugli Organi di Stampa unitamente, in vari step successivi, ad altri aspetti peculiari presenti nel Rendiconto Sociale 2022. – Luciano Busacca, Direttore regionale Inps Abruzzo –

Rendiconto Sociale inps 2022