TERAMO – Quando si parla di infortuni sul lavoro, anche i freddi e asettici numeri perdono la loro caratteristica aritmetica e divengono carne, mente, anima e storie, nomi, luoghi e sgomento.
Nei primi 7 mesi del 2023 ben 345.000 infortuni sul lavoro in Italia, 165.000 accaduti a lavoratori con meno di 40 anni di età e 110.000 con oltre 50 anni di età, 272.000 accaduti a lavoratori dell’industria e 19.000 a lavoratori delle costruzioni, 559 morti sul lavoro di cui 484 nell’Industria e 58 nelle Costruzioni, dei quali 456 italiani e 103 stranieri. In Abruzzo gli infortuni dei primi 7 mesi del 2023 sono stati 7156, 1022 al mese, 52 al giorno per ogni giorno lavorativo, 7 durante ogni ora di lavoro.
Un dato questo che fa restare senza fiato, ma che se analizzato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno mostra una flessione degli infortuni nella nostra Regione del 30,6%, ben 3150 infortuni in meno, con l’incidenza più alta, 41%, per gli under 40, accentuata dal più basso decremento per fasce di età, ossia il 19%, segno che sono i giovani che più si fanno male sul lavoro in Abruzzo. Le province di Chieti 30,7% e Teramo 26,8% sono quelle con le incidenze più alte di infortuni, per l’alta concentrazione di attività industriali in cui accadono il 75% del totale degli infortuni regionali, in diminuzione rispetto al 2022 del 37%; idem per le Costruzioni con una incidenza infortuni del 8%, in controtendenza con una crescita rispetto al 2022 dello 0,5%.
Seppur tale analisi dimostra un importante decremento degli infortuni sul lavoro, essa non è esaustiva in quanto gli infortuni hanno un senso solo se analizzati rispetto alla loro gravità, ossia i giorni di assenza dal lavoro e soprattutto il grado di “invalidità lavorativa” attribuito dall’Inail.

Se invece passiamo ad analizzare gli infortuni mortali, la nostra Regione detiene primati tutt’altro che invidiabili: 18 infortuni mortali, con un incremento di +9, che la collocano al 2° posto in Italia, senza ancora considerare gli ultimi infortuni mortali avvenuti in provincia di Chieti e Teramo. E sono proprio queste le province con le maggiori incidenze di infortuni mortali, 9 a Chieti ed 8 a Teramo, insieme il 77% di infortuni mortali in Abruzzo nel 2023.  L’incidenza per età, vede invece prevalere gli over 50 col 59%, rispetto agli under 50. Il 22% degli infortuni mortali capitano a lavoratori stranieri e il 78% a lavoratori italiani.

Ma perché ci si fa male, perché si muore sul lavoro. Il 50% delle cause è legato all’ambiente di lavoro, il 30% alla formazione/istruzione ed il 20% a caratteristiche personali. Ecco perché la prevenzione e la cultura della sicurezza sono le uniche medicine in grado di debellare questa pestilenza.

I luoghi di lavoro devono essere resi SICURI eliminando ogni fattore di rischio; solo laddove non è tecnicamente possibile, si agisce attraverso i dispositivi di protezione individuale. I comportamenti degli addetti ai lavori devono essere improntati al rispetto delle norme, ma anche a prudenza e buon senso, perché ogni rischio è un probabile infortunio e trascurarne il potenziale pericolo vuol dire sfidare il destino, mettendo in palio la propria vita.

Fondamentali in questi ambiti sono le figure addette alla sicurezza che si frappongono fra i lavoratori e l’impresa: l’RLS, l’RSPP, il medico aziendale; il senso di responsabilità e di rispetto delle funzioni legate al loro ruolo, salva la vita dei lavoratori. Ecco perché la bilateralità dell’edilizia, attraverso i Comitati Tecnici Paritetici ed i RLST, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale, ha permesso di diffondere la cultura della sicurezza nei cantieri edili, di fare formazione ed informazione fra i lavoratori, di controllare e verificare la veridicità dei documenti della sicurezza nei luoghi di lavoro. Un’azione questa estremamente efficace che ha aiutato lavoratori ed imprese a comprendere che in sicurezza si lavora meglio e che la sicurezza non è un costo o una perdita di tempo, ma un investimento su capitale economico e soprattutto umano.

Il 2024 sarà l’anno dei cantieri del Pnrr. Un grande investimento per ammodernare il Paese e renderlo più resiliente e sostenibile, in grado di adeguarsi alle transizioni in atto, una occasione imperdibile per il settore, che ha la possibilità di trasformarsi e innovarsi. Per diffondere e sperimentare nuove tecnologie nel campo della sicurezza nei cantieri riteniamo che si debba prevedere, anche attraverso l’Inail, un incentivo per le imprese, una sorta di ‘superbonus’ per le aziende serie che investono e sperimentano in tecnologia, sensoristica e sistemi avanzati di gestione della sicurezza. Grazie alla tecnologia oggi è possibile avere un sistema di prevenzione e monitoraggio avanzato di tutela del lavoratore, e potremo così modernizzare complessivamente il cantiere, per evitare che gli incidenti si ripetano.
Smettiamo di esprimere solidarietà quando accadono i 2 infortuni mortali medi giornalieri e impegniamoci concretamente nel rendere sicuri i luoghi di lavoro, nel formare gli addetti rispetto ai rischi, nel consapevolizzarli rispetto ai comportamenti.

Non debelleremo la piaga delle morti sul lavoro, ma troveremo così una cura che piano piano la farà scomparire dalle cronache nere dei nostri telegiornali.

FILCA CISL Abruzzo-Molise – il Segretario Generale Giancarlo De Sanctis