Secondo megaprogetto Enel nel Parco del Gran Sasso: scavo di nuove gallerie con l’esplosivo per 3,5 km, 410.000 mc di inerti prodotti.
 
Enel ammette candidamente impatto sulla falda, vietato espressamente dalle norme dell’area protetta, e rischio di immissione di inquinanti nell’invaso di Piaganini e nel fiume Vomano.
 
Il Ministero chiede integrazioni sui rischi di inquinamento del Lago di Campotosto e su altre criticità ma non ferma il progetto nonostante il palese contrasto con le norme di tutela del parco.
 
Nessun riferimento al fatto che da Piaganini si prende l’acqua potabile che disseta tutto il teramano attraverso il potabilizzatore.
 
Enel ha depositato al Ministero dell’Ambiente un ulteriore progetto denominato “San Giacomo III” in cui si prevede di scavare oltre 3,5 km di nuove gallerie tra San Giacomo e il lago di Piaganini, di cui 2/3 all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, per la realizzazione di una nuova centrale sotterranea per la quale è previsto anche lo scavo di una grande caverna.   
 
L’intervento prevede l’uso di esplosivo e la produzione di ben 410.000 mc di inerti.
 
Il progetto, attualmente nella fase di Valutazione di Impatto Ambientale – Valutazione di Incidenza ambientale nazionale, si aggiunge a quello presentato sempre da Enel sui laghi di Provvidenza e Campotosto, in pieno Parco nazionale, che prevede a sua volta lo scavo di circa 2,5 km di nuove gallerie e di una grande sala sotterranea per ospitare anche lì una nuova centrale, con la produzione di 250.000 mc di inerti.
 
Nel progetto che riguarda San Giacomo-Piaganini, Enel, nella documentazione progettuale, ammette candidamente che ci sarà un impatto sulla falda del Parco. Riportiamo testualmente il passaggio dello Studio di Impatto Ambientale “lo scavo della nuova centrale e delle opere accessorie avverrà sostanzialmente in affiancamento agli scavi esistenti, ampliando così i volumi drenanti e conseguentemente abbassando ulteriormente il livello di falda.” 
 
L’alterazione del ciclo delle acque è espressamente vietata dalla Legge nazionale sulle Aree protette 394/1991, come ha ricordato il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per il progetto gemello di “Pizzone II” definendolo per questo “improcedibile“.
 
Nel Parco è vietata anche l’asportazione di minerali e, in generale, l’alterazione dei cicli biogeochimici.
 
Inoltre Enel ammette che “Le fasi di cantiere possono essere fonte di impatto a causa della possibile perdita di sostanze inquinanti che potrebbero compromettere la qualità delle acque del lago Piaganini e quelle del fiume Vomano“, sostenendo poi di poter prevenire questo inquinamento con accorgimenti sul cantiere.
 
Stranamente l’Ente Parco del Gran Sasso, così come sull’altro progetto, non pare aver espresso finora alcun parere, nonostante per legge debba affermare per tempo la propria posizione anche sulla Valutazione di Incidenza Ambientale. Come Forum H2O sollecitiamo quindi l’Ente ad intervenire nel procedimento come ha fatto il Parco d’Abruzzo per “Pizzone II”.
 
Preoccupa il fatto che la Commissione V.I.A. nazionale del Ministero, invece di rigettarlo immediatamente per il palese contrasto con norme nazionali che dovrebbe far rispettare, abbia “solo” chiesto integrazioni progettuali circa l’impatto del potenziale inquinamento del Lago di Campotosto e su molti altri punti, ad esempio, sulla qualità delle acque dei laghi interessati dal progetto.
 
Lo stesso ha fatto il Ministero della Cultura.
 
Nella documentazione di Enel e del Ministero, infine, non si cita un piccolo particolare: dal bacino di Piaganini si prende l’acqua per dissetare i teramani attraverso il potabilizzatore. Su questo non si dice, incredibilmente, proprio nulla.
 
Si allegano le richieste di integrazione del Mase e del Mic, uno schema progettuale estratto dalla documentazione Enel con la localizzazione delle aree protette e uno, sempre dalla documentazione Enel, sulle unità idrogeologiche in cui si inserisce il progetto.

Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua