TERAMO – Bufera alla Amadori, per gli arresti domiciliari a carico di un dirigente accusato, dopo essere stato licenziato da una decina di giorni, di aver creato una organizzazione parallela, forse non da solo, che sottraeva grandi quantità di carne: si parla di ammanchi milionari!

Il dirigente aveva incarichi di rilievo anche nello stabilimento di Mosciano S.A.; i domiciliari sono stati eseguiti nella giornata di ieri, quando l’uomo si sarebbe recato in azienda per chiedere lumi sul licenziamento.

In una nota all’Ansa, il Gruppo Amadori specifica che “…in merito alle notizie apparse oggi, l’azienda ha appreso dalla stampa dell’arresto che è stato effettuato e ribadisce la propria posizione di parte lesa e offesa sull’intera vicenda. L’azienda aveva già avviato da tempo una verifica interna, tuttora in corso, che aveva portato la scorsa settimana all’interruzione del rapporto con il collaboratore. Al contempo, l’azienda conferma il suo pieno supporto alla Procura della Repubblica, perché venga fatta immediata chiarezza e piena luce sulle condotte che sembrano emergere dalle indagini“. In seguito il gruppo ha specificato anche che  “dalle prime verifiche interne e con riserva di ulteriori approfondimenti tuttora in corso, il danno stimato ad oggi per Amadori sarebbe sensibilmente inferiore rispetto a quanto riportato sugli organi di stampa“.