TERAMO – Nel calcio, come nella vita, bisogna guardare avanti magari meditando su quel che dovrà essere, ma il derby di ieri meriterà degli approfondimenti.
La magnifica risposta dei 6.000 sugli spalti imporrà comunque l’interrogativo del perché di uno stadio da 12.000 sia omologato per 7.500 e del perché sia stata ulteriormente limitata la vendita del sold-out a circa 5.500… Che poi si debbano sottolineare la correttezza sugli spalti prima, durante e dopo il derby e la tesi dei già convinti del fatto che solo Città di Teramo e Giulianova si giocheranno la D diretta, sono altri temi che saranno affrontati.
Con chi? Con gente di calcio, ovviamente: dallo storico Tonino Valbruni al capitano mai degradato Ivan Speranza ad un opinionista del Supergol bistrattato nel 2019-’20: Andrea Malatesta.
Una annotazione poco più che personale, in coda: critico da sempre chi, soltanto in vista del “voto”, si fa vedere “vicino” ai colori biancorossi. Ieri al “Bonolis” c’era l’imbarazzo della scelta: gente politicamente notissima ma calcisticamente nulla, che non ha mai ascoltato le problematiche sportive della città, non soltanto a livello strutturale.
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