“TRA CAMPOMIZZI, IL MORO, CAMPLUS E CONVENTI – L? STUDENT? SEMPRE SCHIACCIAT? DA PRIVATI E CHIESA.

L’AQUILA – Come LINK-Coordinamento Universitario pensiamo che 166 posti letto non possono essere visti come una buona notizia, non sono sicuramente abbastanza per quella che può essere la richiesta di alloggi in quella che viene definita “città universitaria”.

100 di questi posti sono situati in una zona scomoda per la vita universitaria, lontana dal centro storico e dai principali poli, con scarsa disponibilità di mezzi pubblici. La vita giovanile non può essere semplicemente legata allo studio diurno in cui ogni student? viene chiamat? a rispondere nella sua quotidianità.

Degli altri 66 posti letto in centro, 36 sono collocati presso il “pontificio istituto maestre pie filippini”, apparato cattolico ecclesiastico, legato allo stato pontificio dove l’accesso è aperto esclusivamente a studentesse.

I restati 30 posti sono appartenenti all’azienda “Camplus”, struttura privata che offre servizi a pagamento.

Se già la chiusura degli alloggi di Campomizzi è stata un enorme torto nei confronti della comunità studentesca aquilana, questi nuovi 166 posti (molti meno degli oltre 300 disponibili a Campomizzi) sembrano solo un’ulteriore beffa.

Non possiamo permettere che in uno stato laico e in una università laica 36 posti letto siano dentro ad una struttura cattolica, che ammette solo donne cisgender, che discrimina identità non binarie.

Non possiamo permettere che l’incapacità del consiglio di amministrazione dell’Azienda per il diritto agli studi universitari, ADSU, e dei rappresentanti in seno che si autoproclamano come “la buona rappresentanza”, stringa patti con aziende private come Camplus , “marchio” con cui opera la fondazione Centro europeo università e ricerca (Ceur), vicina a Comunione e liberazione, altro apparato cattolico cristiano.

Non è possibile che le istituzioni vedano i privati come una soluzione al problema, il mercato “libero” ma privato non può essere elemento di controllo e riparatorio alle lacune istituzionali sul diritto agli studi e all’abitare.

Ma questa non è la padella che precede la brace, questa è già la brace: solo 166 posti, riservati esclusivamente a beneficiari di borsa di studio, troppo pochi in confronto ai più di 300 degli scorsi anni, che comunque non erano abbastanza per una città che voglia definirsi universitaria.

noi pensiamo che all? student? spetti molto più di ciò, per garantire un diritto allo studio degno per tutt?.

organizzarsi, agitarsi, parlarne e mobilitarsi tra noi student? rimane l’unica soluzione.

Per questo chiamiamo in assemblea con tutt? l? student? che sentono il bisogno o vivo il disagio della crisi abitativa e del diritto allo studio, Mercoledì 27 Settembre in Aula 2C alle 17 nell’Università degli studi dell’Aquila, Dipartimento di Scienze Umane.