ROSETO DEGLI ABRUZZI – Si è concluso ufficialmente nei giorni scorsi il progetto di inclusione sociale “Mio fratello è figlio unico”, realizzato dal Comune di Roseto degi Abruzzi in co-progettazione con l’associazione di promozione sociale “Oltre” e finanziato dalla Fondazione Tercas. Il progetto, presentato lo scorso mese di marzo, si è rivolto a tutti i bambini, ragazzi e famiglie residenti nel comune di Roseto e a tutti quei soggetti con una diagnosi di “Disturbo Persuasivo dello Sviluppo” (DPS), con particolare riferimento a quei ragazzi che presentano il disturbo allo spettro autistico. Un percorso di sei mesi che ha portato al raggiungimento di diversi obiettivi come, ad esempio, l’attivazione del “Parent Training” che ha avuto un grande successo soprattutto dal punto di vista dell’assistenza e del confronto con il coinvolgimento diretto dei genitori.
“Auspichiamo che questo progetto possa continuare anche per i prossimi anni come richiesto, tra le altre cose, anche dai genitori che hanno partecipato attivamente alle iniziative – affermano il Sindaco Mario Nugnes e la Consigliera Comunale Simona Di FeliceGenitori che hanno manifestato tutto il loro entusiasmo rispetto all’esperienza affrontata assieme ai loro figli. Si tratta di un progetto nato dall’ascolto delle famiglie con all’interno del nucleo una persona disabile nel periodo del lockdown. Molte famiglie si sono sentite sole, abbandonate, talvolta non supportate dai professionisti che avevano in carico i propri figli nel mantenere la routine quotidiana importante per i minori con disabilità. Vogliamo ringraziare la Fondazione Tercas per il supporto al progetto, l’associazione Oltre e i docenti che hanno interagito nelle attività individuate”.

LE TESTIMONIANZE – A raccontare nel migliore dei modi quanto il progetto sia stato importante nel supportare le famiglie sono le testimonianze dei genitori che ne hanno preso parte. “Sono stati incontri che ci hanno permesso di creare una rete tra famiglie e ha rappresentato un sostegno prezioso soprattutto durante l’estate”, racconta una mamma. “Il parent training è uno dei migliori strumenti per aiutarci ad affrontare le difficoltà giornaliera – aggiunge un padre -. Un momento di crescita, sfogo, senza giudizi che ci aiuta a liberare le nostre potenzialità recondite”. “Il parent training è uno spazio in cui non mi sono sentita giudicata ma, di contro, alleggerita grazie alla condivisione con il gruppo – dice un’altra madre –. E’ sicuramente una iniziativa che spero non abbia scadenza e mi sento di ringraziare tutta l’Amministrazione soprattutto per il modo con cui avete gestito questa iniziativa. Avete puntato sulla condivisione e sul confronto, in cui si può sviluppare il senso di appartenenza alla comunità e in cui ti viene data la possibilità di fare qualcosa”. “E’ stata un’esperienza veramente positiva e, se penso al futuro, spero che si apra a tutto il nostro territorio e venga allargata anche ad altre famiglie”, dice ancora una donna. “La vera risorsa ed il primo strumento di intervento utilizzato nel progetto è proprio il gruppo: l’insieme dei partecipanti è molto più che la somma delle singole parti, è un’unità che diventa mezzo di comunicazione, condivisione e supporto per ogni suo componente – conclude un’altra testimonianza -. Durante gli incontri ciascuno ha potuto esporre la propria esperienza, svolgere esercizi, eseguire semplici giochi e confrontarsi con gli altri membri, annullando il giudizio: stare insieme ad altri genitori che raccontano le stesse difficoltà apre a nuove prospettive, a modelli di lettura alternativi, dà forza e crea sinergia”.