TERAMO – A seguito della costituzione della sezione di Colleatterrato del Partito Socialista per il Lavoro, la Segretaria Jennj Mattioli ha rivitalizzato le tematiche socio-culturali del territorio, proponendo un approfondimento storico urbanistico e introducendo l’interesse nella rivalutazione urbanistica, storica e culturale, promuovendo la visualizzazione e l’importanza del tema della conservazione, indagini e approfondimento e pianificazione territoriale di siti dimenticati. L’introduzione e i collegamenti del territorio e i dati storici sono stati forniti dall’ing. Domenico Di Baldassarre che ha incentrato l’importanza di alcuni siti nella zona di Colleatterato, dimenticati ma ancora presenti. L’obiettivo è la riqualificazione storica archeologica stratificata e inquadrabile in tre ambiti cronologici, preistorico, protostorico, italico, con rilevanze romaniche.

I collegamenti d’interesse hanno ricollegamenti nella Zona di Colleatterato “Colle della Terata” ossia tra Casalena e Colleatterato Alto dove rimangono resti evidenti di un tempio Romano dedicato a Giano “con pezzi di colonne, una soglia e grossi blocchi di travertino, riutilizzati in una piccola casa, posta a monte dell’ attuale chiesa. Nei reperti è stata rinvenuta una lastra con l’inscrizione romana dedicata a Caio Camerino “C.FIUST C. CAMERIO C. CAMERIO NA.LUDI VII.CCIIII.NA.” con probabili riferimenti alla vicina colonia romana istituita da Silla nell’ 80 a.C. Sempre da Colleatterato proviene una lapide con la scritta VEL BASSUS, nel senso basso della tribù Velina. In località Santiene in direzione di Monticelli, permangono i ruderi dell’antica chiesa di S. Pietro ad Antesianum documentata sin dall’alto medioevo da un cambio di beni tra il prete Leoperto e il vescovo di Teramo Giovanni, stipulato nell’ 886 e sorta sui resti di una grande villa romana costruita quasi interamente in travertino presso l’attuale casa Tassoni.
La chiesa detta anche ad Janum proprio per la presenza del tempio, é stata realizzata non lontano dal tempio romano, Antesiano sta per Ante Iano. Colleatterato Basso si compone di edifici nuovi di due e tre piani e verso il centro sopravvive un nucleo più antico le cui case sono realizzate in pietra, ove è presente anche una casa con scalinata esterna e loggia sorretta da pilastro in mattoni per accedere al piano superiore fino a qualche anno era presente premurata nella facciata di una casa il fiore della vita di fattura longobarda. Recentemente è stato realizzato il complesso parrocchiale dedicato al Risorto.
In contrada Case Cascione ai lati dell’ufficio postale, sopravvivono i resti della colonia Sillana d’Interamnia. Presso il municipio d’Interamnia veniva dedotta una colonia da Tito Tattajeno, veniva costruita una cittadella presso Case Cascione sulla via Caecilia per Castrum Novum con un muro di cinta dello spessore di 2 ½ m un alloggio per il comandante, il quartier generale, l’alloggio dei tribuni, i dormitori, l’infermeria e le officine.

Nei documenti storici dell’886, nella cartula de Beleri riportata dallo storico Savini nel Cartulario della Chiesa Teramana, per il cambio di beni posti presso Rosario Interiato, Colleatterato, tra il prete Leoperto e il vescovo aprutino Giovanni I, si parla di terra sancti Petri presso terra Ardarici, in un periodo dominato dai Franchi, che in sostanza e per le nostre zone fossero controllate dai Longobardi nel 1000 e il vescovo aprutino Pietro I concedeva in usufrutto dei beni posti in Antesiano a favore di Aldone, Giovanni e Azzone. Nel 1050 circa il vescovo aprutino Sicherio rivendicava il territorio di Antesiano confinante col fosso Giserga a valle di Monticelli usurpato dai figli di Siolfo feudatario di Campli, così come risulta dal Placito tenuto dal conte Sichebaldo, in qualità di messo dell’imperatore Enrico III, che decideva a favore del vescovo. Nel 1600 Mutio De Mutij, sosteneva che salendo sulla collina di San Martino verso Poggio Cono, e si mirasse verso “Colle della Serata”, ossia Colleatterrato, pareva di vedere una grande città.

La finalità del progetto è un reinserimento della comunità “Colle Della Terata”, nel tessuto urbano protagonista dell’insediamento, affinché la popolazione non viva più ai margini della teramanità.