CIVITELLA DEL TRONTO – Il 13 febbraio 2017 un evento franoso eccezionale provocò, nel giro di poche ore, crolli diffusi nella pubblica viabilità e danni irrecuperabili ai fabbricati privati dell’area di Ponzano, a Civitella del Tronto. 31 abitazioni furono dichiarate inagibili e 39 nuclei familiari persero per sempre i propri immobili. La gravità della situazione è stata conclamata con l’emanazione di una norma specifica, la Legge 7 aprile 2017 n. 45, che, in sede di conversione del D.L. 8/2017, ha introdotto l’art. 18-decies ed ha sancito l’equiparazione del danno da frana a quello da terremoto, prevedendo l’applicazione della stessa procedura. A seguito dell’approvazione della legge, si sono succedute diverse ordinanze specifiche del Commissario Straordinario alla Ricostruzione e si è attivata una complessa procedura di delocalizzazione dell’abitato di Ponzano, partito dall’acquisizione – da parte del Comune – di idonea e sicura area edificabile in frazione Sant’Eurosia e dalla successiva divisione in lotti tra i cittadini che hanno diritto alle nuove case.

Con Determinazione del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale dei giorni scorsi sono stati affidati alla ditta Iervelli di Teramo – dopo procedura di gara pubblica – i lavori di realizzazione delle opere di urbanizzazione da realizzarsi nell’area di Sant’Eurosia destinata alla delocalizzazione. Questa mattina, data storica di lunedì 4 settembre, si è svolta nel sito individuato la cerimonia pubblica di consegna dei lavori, alla presenza del Commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, del Prefetto di Teramo Fabrizio Stelo, del Vescovo Lorenzo Leuzzi, del Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, del presidente di ANCI Abruzzo Gianguido D’Alberto, Senatori, Deputati e rappresentanto istituzionali, oltre ad esponenti nazionali del Dipartimento di Protezione Civile.

Per il sindaco di Civitella del Tronto, Cristina Di Pietro, la cerimonia è “un momento di ricordo di tutto l’importante lavoro fatto per arrivare a questo importante atto di effettiva rinascita di una collettività ferita (si tratta della partenza della prima delocalizzazione massiva del Cratere Sisma Italia 2016) ma anche un appello a tutte le istituzioni affinché questo processo non abbia a subire intoppi e si concluda nel minor tempo possibile con il rientro nelle nuove abitazioni dei 39 nuclei familiari aventi diritto”.