TERAMO – Le dichiarazioni rilasciate dall’assessora Ilaria De Sanctis, in riferimento alla creazione di un ‘centro di accoglienza per chi non ha dimora’ nella ex scuola di Villa Pavone, creano sentimenti di preoccupazione e sgomento tra i residenti, anche in funzione di un linguaggio confuso e di un progetto avviato (e in fase di approdo) non condiviso con la comunità.
Questa decisione, nata e maturata escludendo qualsiasi forma di interlocuzione e partecipazione cittadina, ha un risvolto sociale e identitario poco rispettoso. Evidentemente l’amministrazione comunale non sa cosa rappresenti questo edificio per la comunità di Villa Pavone che da anni attende la ristrutturazione e la riqualificazione del luogo, per poter creare una struttura che possa ospitare il comitato di quartiere e divenire punto di aggregazione al servizio di tutta la cittadinanza. Sarebbe un errore gravissimo destinare la struttura a dormitorio ed a centro di accoglienza, sottraendo ai residenti l’unico luogo nel quale poter fisicamente creare occasioni di identità collettiva e attività sociali.
In qualità di Consigliere comunale di opposizione non critico l’idea di creare una stazione di posta per persone povere o in difficoltà, ma la destinazione. Si evince, inoltre, un iter ben diverso da quello seguito per la avvenuta riqualificazione della scuola Carlo Febbo a San Nicolò. In quella occasione i residenti furono coinvolti immediatamente nel processo decisionale e, in seconda battuta, venne avviato il progetto. Ora, per la scuola in Via Europa, i cittadini verranno coinvolti al termine del processo decisionale, a cose fatte.
In termini morali siamo ben lontani dalla politica sana e partecipativa, in termini pratici i cittadini si sentono abbandonati ed esclusi e costretti ad accettare decisioni imposte dall’alto. Dal 2016 mi batto in consiglio comunale per avviare i lavori di riqualificazione e ricordo benissimo le promesse dell’allora assessore Giovanni Cavallari sulla certa restituzione dell’edificio al quartiere. Arriviamo ad oggi e l’amministrazione presenta un progetto completamente diverso dalle promesse ormai disattese. Ho avviato una raccolta firme affinché i cittadini possano manifestare la loro contrarietà alla destinazione d’uso come presentata dall’assessora De Sanctis. Ho richiesto, inoltre, l’accesso agli atti per una attenta valutazione. Propongo di ripensare a questo progetto così come creato e di restituire ai cittadini l’unica sede esistente e fruibile per la comunità intera, nel rispetto delle promesse e delle aspettative. La stazione di posta potrà essere creata in edifici alternativi. Basti pensare a tutti quelli presenti, ad esempio, in contrada Casalena. Auspico, inoltre, che l’amministrazione organizzi un incontro aperto a tutti come tavolo di confronto prima dell’approvazione in giunta del progettok e non dopo. Fratelli d’Italia assicura presenza e vicinanza ai cittadini affinché si possa giungere ad una decisione alternativa, condivisa e partecipata – Il capogruppo Fratelli d’Italia Luca Corona –