Signor Sindaco,

sono un abitante della Suburra teramana– nello specifico Via Falzon (nomen omen), 64100 Teramo -. Trattasi di via probabilmente a lei sconosciuta. Lo è sicuramente per le forze dell’ordine. Quando dei malviventi mi hanno scassinato l’abitazione al telefono del 113 mi hanno chiesto dove mai fosse! (Ammazzate che sicurezza ‘sta città, nonostante ben 6 corpi di polizia!)

Mi rivolgo a lei, finita la kermesse elettorale, in quanto autorità sanitaria locale. La parte superiore di Via Giovanni XXIII, che dalle case popolari terremotate – quelle multicolori per intenderci che da 8 anni non mostrano alcun cenno di ripristino – arriva alla fantasmagorica rotonda con erbetta artificiale che, peraltro, ostacola e non poco il traffico all’incrocio con Via Elio De Cupis. Un tempo era terreno coltivato praticabile e corredato di apposito laghetto per irrigazione. Una delle tante amministrazioni di “Illuminati” che si sono succedute negli anni a Teramo, decise di “forestarla”. Piantumazione con alberi ad alto fusto e “di conserva” abbandono totale. Il laghetto diventa “sito di riproduzione” per ogni tipo di insetti e fonte d’acqua per fauna sinantropica e non – topi, ratti, ofidi vari, volpi, istrici, ecc. -. Presumo che lei sia stato edotto del fatto che in Italia sono sempre più frequenti le infezione trasmesse da insetti: malattia del Distretto del Nilo Occidentale, Chikungunya, Dengue, Zika, Usutu, Virus Toscana, ecc., che si aggiungono a quelle già storicamente endemiche come ad esempio la leishmaniosi – gli anziani ricorderanno “lu cense” che sfigurava i volti di tante persone anche a Teramo e non proprio benigna per la popolazione canina – o gli agenti trasmessi da zecche. Presumo che i solerti funzionari dei servizi sanitari della locale azienda sanitaria l’abbiano resa edotta, altresì, che il corrente anno, con la sua piovosità primaverile molto abbondante, ha aumentato in modo esponenziale i livelli di pericolo, visto che, in particolare, la riproduzione delle popolazioni di zanzare e flebotomi, trae grande vantaggio dalle piovosità abbondanti. Credo che le abbiano senza dubbio anche resa edotta del fatto che le aree di vegetazione incolta, frammista a alberi ad alto fusto, garantisce una umidità ambientale costante particolarmente “gradita” ai vettori di infezione che siano insetti o mammiferi, poco importa. Le pongo una semplice domanda: non crede che invece di spendere denaro per “fantasmagoriche rotonde” e orge di fantastiche strisce segna-piste ciclabili sarebbe bene preoccuparsi prioritariamente della salute e della sicurezza pubblica? Non pensa che sarebbe ora di “ripulire” la boscaglia e bonificare il laghetto di Via Giovanni XIII? La salute e la sicurezza pubblica mi sembrano una priorità assoluta importante e un minimo di comprensione del concetto di prevenzione impone questi interventi con relativa azione di disinfestazione ( mai vista da queste parti ormai da anni! ). Le ricordo altresì che su Via Giovanni XXIII sono puntualmente assenti passaggi pedonali, marciapiedi e strisce di delimitazione delle carreggiate, a fronte di una straordinaria messe di buche killer per moto, biciclette e cerchioni di auto nonché guard-rails massacrati da fenomeni che la usano per esercitarsi in vista del prossimo “Gran premio “de noantri”.

Sono residente di Colleatterrato Alto dal 1973, quando l’area era agricola e le orrende opere di urbanizzazione figlie della 167 erano di là da venire. Queste ultime hanno trasformato in modo completo l’habitat, ma amministrazioni comunali irresponsabili si sono ben guardate dal rendere l’urbanizzazione adeguata a un Paese civile, anche se le esose tasse comunali, provinciali e regionali, pagate dagli abitanti di Colleatterrato Alto e Basso, non mi pare siano diverse da quelle del resto della città. Sarebbe il caso che i servizi loro erogati siano quanto meno dello stesso livello – comunque scandalosamente basso – del resto della città! Non crede?

Spero che avrà la sensibilità di comprendere che la situazione, sopra descritta, sia dal un punto di vista igienico-sanitario sia dal punto di vista della viabilità, genera livelli di rischio realmente e seriamente inaccettabili e richiede un intervento deciso ed urgente onde evitare, Dio non voglia, di dover poi piangere per vittime di infezioni o incidenti, facilmente prevenibili con azioni elementari di sanità pubblica e decoro urbano, finora assolutamente e colpevolmente latitanti.

Buona amministrazione a lei e distinti saluti

Vincenzo Caporale