TERAMO – Un miracolo, un autentico miracolo sportivo quello compiuto dal SN Notaresco, che doveva vincere, come ha vinto (dopo i supplementari) sul campo del Roma City (2-2 al novantesimo). E’ finita 2-3: al minuto 110 (5° del secondo supplementare) quando è arrivato il goal-salvezza di Scimia, autore di una doppietta ed autentico eroe della storica giornata.
Per la squadra del presidente Luigi Di Battista, del DG Alfredo Natali e del mister Alessandro Bruno (ieri tutta la squadra aveva fatto visita al Santuario di San Gabriele, nell’imminenza della partenza – ndr -) è stata una giornata di quelle indimenticabili, che ti riconciliano con lo sport più bello del mondo. I meriti? Di tutti ovviamente e ci scusiamo se, a caldo, non li citiamo uno ad uno come meriterebbero, ma partecipare anche al prossimo campionato di quarta serie, per i rossoblù, è un risultato strabiliante, al termine di una stagione che ha registrato una miriade di eventi avversi!
Anche quest’oggi, per due volte, i laziali erano passati in vantaggio, prima sull’1-0 (Martinoli al 30°) e poi sul 2-1 (Matteucci al’56°), ma in entrambi i casi i rossoblù avevano trovato la forza per rimettere in piedi la gara. Sull’1-1 con Scimia al 37° e sul 2-2 con Bartoli al 64°, dando sempre l’impressione d’esserci e di poter colpire ancora, anche quando si è arrivati ai supplementari. Il Roma City appariva decisamente in condizioni diverse rispetto agli avversari, non solo fisiche ma anche mentali. Il SN Notaresco, poi, era letteralmente trascinato dai propri tifosi, davvero impagabili, sino al trionfo finale, sino al 2-3 firmato dalla doppietta di Scimia.
E’ troppo presto per analizzare questa pagina di storia calcistica notareschina: ci sarà ovviamente tempo, anche perché oggi festeggia pure il Castelnuovo Vomano! La salvezza conseguita in terra laziale, infatti, limita le retrocessioni dall’Eccellenza abruzzese al Nereto, al Lanciano, all’Ortona ed all’Alba Adriatica, in attesa di capire se approderà in Serie D anche il Giulianova: un eventuale ripescaggio potrebbe consentire agli albensi il mantenimento della categoria, in virtù della fiorente attività giovanile e della storicità legata alla partecipazione nel massimo campionato dilettantistico abruzzese.