TERAMO – Non è che abbia molta importanza il sapere se sia stata la montagna a recarsi da Maometto o viceversa, ma che il Città di Teramo da una parte e l’editore televisivo e costruttore Filippo Di Antonio dall’altra siano almeno prossimi ad un incontro è cosa certa e, normalmente, una riunione viene condivisa e quindi fissata se a volerlo siano le parti.
Sappiamo poco o nulla dell’attuale dirigenza ma conosciamo decisamente meglio l’ex fondatore della Virtus Teramo, che annoverava tra le sue file Stefano Di Egidio (peraltro rimasto legatissimo al suo ex presidente – ndr -). Sappiamo che dietro a quella figura che ama poco la ribalta, almeno in apparenza e comunque questo dice il suo trascorso, c’è quella di un imprenditore che viene dal nulla e che, per fortuna, ama il calcio da sempre, conoscendone gioie, dolori, modalità e… costi!
Va aggiunto che il Città di Teramo avrebbe, con lui, una consistenza economica decisamente accresciuta, anche se noi lo vediamo più come “uomo solo al comando“, al quale poco si addice un gruppo numeroso o numerosissimo di altri dirigenti, seppur pronti a farsi carico di determinati oneri.
Per intenderci Filippo Di Antonio appartiene ad una classe dirigente che è ancorata al calcio dei “meglio soli che…“, con un elemento aggiuntivo del quale, ne siamo certi, lui è convintissimo: a Teramo si deve vincere o, nella peggiore della ipotesi, bisogna giocare per farlo fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata.