ROSETO DEGLI ABRUZZI – “Progettare opere vuol dire, spesso, modificare in maniera sensibile il presente e futuro della nostra Città, per questo andrebbe fatto con oculatezza e profondo spirito critico e concertazione, tutto quello che non c’è stato per Via Roma”. Lo dichiara Francesco Di Giuseppe, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio  comunale di Roseto. “Oltre alla grana parcheggi – continua – causata non solo dalla perdita diretta dei posti auto dovuta alla pedonalizzazione della via, ma anche e soprattutto dalle ultime varianti edilizie che permetteranno la realizzazione di edifici residenziali che andranno a richiedere ulteriori parcheggi e a saturare la zona, l’altra problematica grave sarà l’uscita di Via Roma sul lungomare Celommi, dove si andrà a creare un imbuto nei pressi di via Thaulero con le macchine che saranno costrette a rientrare sul lungomare passando in prossimità di un attraversamento pedonale rialzato e con un angolo molto stretto di sterzata”.
“Il rischio concreto che corre la nostra città è quello di dover mettere nuovamente mano alla parte riqualificata dalla precedente amministrazione per creare una nuova uscita a nord del passaggio pedonale – afferma Di Giuseppe – che porterà a perdere ulteriori posti auto. Il PNRR rappresenta un’occasione irripetibile per portare risorse, anche ingenti, sul nostro territorio ma bisogna avere l’umiltà di confrontarsi con la cittadinanza, con i residenti, con i commercianti, i balneatori e i loro fornitori, che non troveranno più luoghi adatti al carico e scarico e saranno quindi costretti a trovare soluzioni ‘alla buona’, che inevitabilmente porteranno ad appesantire se non bloccare il traffico”.
“Contestiamo, ancora una volta, la mancanza di dialogo, tanto esaltato durante la campagna elettorale di Nugnes & co e facciamo notare, invece, l’assordante silenzio assenso di alcuni ambientalisti, ancora una volta i differenti alla colata di cemento fronte pineta Celommi. Ormai è chiaro a tutti i cittadini il bluff sinistrorso in cui è caduta la nostra Roseto e il ‘sistema’ di connivenze messo in piedi, volto a preservare gli interessi di pochi, ma a danno della maggior parte dei Rosetani”, conclude Di Giuseppe.