TERAMO – Il 7 novembre 2022, Legambiente ha pubblicato il rapporto Ecosistema Urbano 2022, il report annuale sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo che tiene conto di 18 indicatori, distribuiti in sei aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
Legambiente evidenzia un quadro generale preoccupante, nel quale i capoluoghi di provincia confermano la tendenza di stallo degli anni precedenti e risultano paralizzati da alcune emergenze urbane definite ormai croniche.
L’attuale amministrazione comunale non ha mancato di celebrare con toni trionfalistici l’inserimento di Teramo “nella prima fascia in Italia (e prima in Abruzzo) nel rapporto Ecosistema urbano” (https://www.comune.teramo.it/novita/comunicati-stampa/teramo-nella-prima-fascia-in-italia-e-prima-in-abruzzo-nel-rapporto-ecosistema-urbano/23-381.html). Ma come siamo messi nella realtà?
Uno sguardo attento al rapporto evidenzia un andamento generale della performance della nostra città a dir poco deludente: pur mantenendo livelli mediani, nella classifica generale scende dal 28esimo posto del 2019 (punteggio 60,26 % su dati 2018) al 39esimo del 2022 (punteggio 57,52% su dati 2021), perdendo ben 11 posizioni.
Ecco nello specifico gli indici relativi alla nostra città, che evidenziano luci ed ombre.
Partiamo dalle luci. Registriamo con entusiasmo la performance relativa alla depurazione delle acque reflue, che, grazie al lavoro svolto dal Ruzzo, pone Teramo tra le migliori città d’Italia in tale ambito, con “solo” (sempre troppo!) il 21,6 % di differenza tra acqua immessa e consumata per usi civili a fronte del 47,2% del 2019. Un dato che, insieme al 100% della popolazione residente servita da rete fognaria delle acque reflue urbane, sostiene complessivamente la posizione di Teramo nella classifica generale.
Ma, consumiamo davvero TROPPA ACQUA! Nel rapporto litri/abitante/giorno, spicchiamo con i nostri 149,6 litri.
Ed abbiamo troppe auto! Altissimo il tasso di motorizzazione nel rapporto auto ogni 100 abitanti che arriva al 71,5. E, purtroppo, bassissimi i metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti, fermi a 5,1.
Malissimo, inoltre, sul fronte del trasporto pubblico dove Teramo compare tristemente nel gruppo delle città peggiori d’Italia.
Siamo invece bravi (noi cittadini) a differenziare: grazie all’impegno di tutti, la percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani prodotti è al 72,3%, anche se tale sforzo collettivo non è ripagato né da un sistema efficiente di pulizia urbana né da un sistema efficiente di impiego dei 431 kg di rifiuti per abitante l’anno prodotti: il relativo smaltimento sostanzialmente azzera l’impatto ambientale positivo della differenziata, a causa di costi elevatissimi (trasporti, etc.) ed assenza di impianti adeguati di trattamento.
Preoccupa, poi, che Teramo raggiunga solo la sufficienza per la qualità dell’aria in relazione ai parametri della normativa comunitaria relativi alle concentrazioni medie di Biossido di Azoto, alle polveri sottili (PM10) ed alla concentrazione di ozono negli strati più bassi dell’atmosfera, pur se con ottimi risultati su quest’ultimo fronte.
Preoccupa, ancor di più, che il rapporto specifichi che i dati resi disponibili per Teramo siano FERMI AL 2018: sperando che nel frattempo siano migliorati e non peggiorati, ci ripromettiamo di verificare al più presto.
Male anche la conta degli alberi in città: nonostante l’unicità del parco fluviale teramano, il rapporto è di soli 18 Alberi per 100 abitanti in aree di proprietà pubblica, a fronte dei 41 di Chieti.
Questi sono i dati dai quali dovrà ripartire la prossima Amministrazione comunale (Paolo Brizzi, Futuro In)
Legambiente evidenzia un quadro generale preoccupante, nel quale i capoluoghi di provincia confermano la tendenza di stallo degli anni precedenti e risultano paralizzati da alcune emergenze urbane definite ormai croniche.
L’attuale amministrazione comunale non ha mancato di celebrare con toni trionfalistici l’inserimento di Teramo “nella prima fascia in Italia (e prima in Abruzzo) nel rapporto Ecosistema urbano” (https://www.comune.teramo.it/novita/comunicati-stampa/teramo-nella-prima-fascia-in-italia-e-prima-in-abruzzo-nel-rapporto-ecosistema-urbano/23-381.html). Ma come siamo messi nella realtà?
Uno sguardo attento al rapporto evidenzia un andamento generale della performance della nostra città a dir poco deludente: pur mantenendo livelli mediani, nella classifica generale scende dal 28esimo posto del 2019 (punteggio 60,26 % su dati 2018) al 39esimo del 2022 (punteggio 57,52% su dati 2021), perdendo ben 11 posizioni.
Ecco nello specifico gli indici relativi alla nostra città, che evidenziano luci ed ombre.
Partiamo dalle luci. Registriamo con entusiasmo la performance relativa alla depurazione delle acque reflue, che, grazie al lavoro svolto dal Ruzzo, pone Teramo tra le migliori città d’Italia in tale ambito, con “solo” (sempre troppo!) il 21,6 % di differenza tra acqua immessa e consumata per usi civili a fronte del 47,2% del 2019. Un dato che, insieme al 100% della popolazione residente servita da rete fognaria delle acque reflue urbane, sostiene complessivamente la posizione di Teramo nella classifica generale.
Ma, consumiamo davvero TROPPA ACQUA! Nel rapporto litri/abitante/giorno, spicchiamo con i nostri 149,6 litri.
Ed abbiamo troppe auto! Altissimo il tasso di motorizzazione nel rapporto auto ogni 100 abitanti che arriva al 71,5. E, purtroppo, bassissimi i metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti, fermi a 5,1.
Malissimo, inoltre, sul fronte del trasporto pubblico dove Teramo compare tristemente nel gruppo delle città peggiori d’Italia.
Siamo invece bravi (noi cittadini) a differenziare: grazie all’impegno di tutti, la percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani prodotti è al 72,3%, anche se tale sforzo collettivo non è ripagato né da un sistema efficiente di pulizia urbana né da un sistema efficiente di impiego dei 431 kg di rifiuti per abitante l’anno prodotti: il relativo smaltimento sostanzialmente azzera l’impatto ambientale positivo della differenziata, a causa di costi elevatissimi (trasporti, etc.) ed assenza di impianti adeguati di trattamento.
Preoccupa, poi, che Teramo raggiunga solo la sufficienza per la qualità dell’aria in relazione ai parametri della normativa comunitaria relativi alle concentrazioni medie di Biossido di Azoto, alle polveri sottili (PM10) ed alla concentrazione di ozono negli strati più bassi dell’atmosfera, pur se con ottimi risultati su quest’ultimo fronte.
Preoccupa, ancor di più, che il rapporto specifichi che i dati resi disponibili per Teramo siano FERMI AL 2018: sperando che nel frattempo siano migliorati e non peggiorati, ci ripromettiamo di verificare al più presto.
Male anche la conta degli alberi in città: nonostante l’unicità del parco fluviale teramano, il rapporto è di soli 18 Alberi per 100 abitanti in aree di proprietà pubblica, a fronte dei 41 di Chieti.
Questi sono i dati dai quali dovrà ripartire la prossima Amministrazione comunale (Paolo Brizzi, Futuro In)