TERAMO – Nei giorni scorsi l’avvocato Francesco Calcagni ha notificato una citazione di risarcimento danni al Comune di Teramo per l’ammontare di 521mila euro. Prossimamente preciseremo l’udienza di discussione.
Per la stima degli ingenti danni subiti dalla cooperativa sociale Tercoop e dai suoi soci lavoratori negli ultimi 10 anni di gestione dei parcheggi a pagamento, sono stati considerati solo gli stalli sottratti a titolo definitivo senza mai tener conto della necessità di mantenere o ripristinare un equilibrio economico finanziario indispensabile per la corretta gestione del servizio e l’adempimento degli obblighi contrattuali nei confronti del Comune e del personale impiegato. Se avessimo aggiunto la miriade di stalli sottratti temporaneamente, la richiesta sarebbe lievitata a più di un milione di euro.
La Tercoop è stata costretta a lavorare in perdita per oltre un decennio fino all’indebitamento con lo stesso Comune, nonostante dal lontano 2012 l’amministrazione comunale programmasse un consistente aumento di strisce blu che si è concretizzato nel 2022 a Tercoop estromessa dalla gestione.
A pagare duramente i danni e un pesante debito di oltre duecentomila euro di Canone, sono stati i 26/28 soci lavoratori della cooperativa sociale con la rinuncia decennale alle ferie retribuite e alle tredicesime, oltre al rischio di dover perdere anche quasi seicentomila euro del trattamento di fine rapporto a causa delle sottoscrizioni di quote del capitale sociale non versate, ma necessarie per  pareggiare i bilanci in rosso e continuare a lavorare.

A dissanguamento avvenuto e con la Tercoop costretta ad avviare le procedure di chiusura dei battenti, dal Comune è arrivata una richiesta di 43mila euro di Tari per qualche etto di carta al giorno raccolto dal personale Tercoop, nonostante la possibilità di una esenzione o di uno sconto consentito dalle normative a favore di Onlus e Cooperative sociali. Con una seconda richiesta l’amministrazione sollecita il saldo di 20mila euro di spese legali (la metà di interessi), per un ricorso giudicato “inammissibile” e nonostante la Corte di Giustizia Europea alla quale la Tercoop si è rivolta non si sia ancora pronunciata nel merito.
A fronte dei danni pagati con pesanti rinunce salariali dai soci lavoratori, il Comune dall’ultimo discusso appalto Tercoop (2008-2022) ha incassato un milione e 300mila euro di canone, senza le esenzioni concesse ai gestori del piano a raso di Piazza Dante e senza lo sconto gentilmente offerto ai nuovi gestori del servizio “al passo dei tempi”.  I burocrati di Cgil e Cisl?  La Cgil nelle scorse settimane ha celebrato il suo congresso provinciale vantando il coinvolgimento di oltre cinquemila lavoratori, ma gli iscritti della Tercoop che avrebbero avuto molto da ridire sull’operato del sindacato non sono stati nemmeno informati del congresso e sono stati esclusi dalla partecipazione.
Un’amministrazione comunale illegittimamente ingiusta e discriminatoria nei confronti della Tercoop e dei suoi soci lavoratori.
A nove mesi dall’inizio della nuova gestione del nuovo servizio “al passo dei tempi”, a inghiottire gli spiccioli dei frequentatori dei parcheggi a pagamento teramani sono ancora gli obsoleti parcometri fuori mercato dal 2013 e non quelli di ultima generazione della Parkeon dal costo di 6mila euro cadauno previsti dal project financing come investimento più importante e che, volendo, avrebbero consentito di evitare le sanzioni per gli “sforamenti” di tempo nelle soste. L’amministrazione comunale ha consentito alla Easy Help di incassare dal 16 giugno scorso ad oggi centinaia di migliaia di euro. Perfino i pali e le tabelle metalliche della segnaletica verticale sono ancora quelle istallati dalla Tercoop.
Era stato annunciato dal Sindaco il riassorbimento di 23 unità lavorative, ma così non è avvenuto perché due ex “parcheggiatori” Tercoop sono stati esclusi, mentre una parte del personale riassorbito è stata e viene utilizzata dal gestore in altri appalti, ottenendo in questo modo  risparmi e guadagni aggiuntivi a discapito degli accordi annunciati che prevedevano l’impiego del personale nella gestione dei parcheggi a pagamento oggetto dell’appalto e nei servizi aggiuntivi indicati e finanziati dal Comune.
Anche in Sardegna la coop marchigiana ha gestito e gestisce parcheggi a pagamento. Al comune di Siniscola (Nuoro) gli è stato tolto l’appalto per delle gravi inadempienze contrattuali e segnalata all’Anac. A Oristano, a seguito di un esposto  con ulteriore segnalazione all’Anticorruzione, la Procura avrebbe chiesto per il responsabile della coop marchigiana il rinvio a giudizio con l’imputazione di frode nelle pubbliche forniture, fra le quali il numero delle persone assunte inferiore a quello concordato.
Quelle che in Sardegna vengono ritenute gravi inadempienze contrattuali e reati, a Teramo per l’amministrazione comunale, per l’opposizione, per l’ufficio legale del Comune, per i sindacati diventa “tutto bene madama la marchesa”, l’importante è che gli obsoleti ed economici parcometri siano dotati della fessurina per infilarci gli spiccioli dei pagamenti delle soste, in aggiunta all’opzione di poter pagare il parcheggio anche con il telefonino per chi è in grado di farlo.

Leo Iachini