TERAMO – Presidio dei lavoratori dello stabilimento SELTA s.p.a. di Tortoreto questo pomeriggio in Provincia, durante l’assemblea chiesta dalla FIM-CISL e dalla FIOM-CGIL di Teramo che da tempo denunciano la grave situazione aziendale e le particolari condizioni di lavoro a cui sono stati costretti i 90 dipendenti. Tema centrale, la richiesta di concordato preventivo avanzata dalla SELTA al Tribunale di Milano e le conseguenze in termini economici ed occupazionali che questa avrà sul sito di Tortoreto. Concordato tenuto all’oscuro delle parti sindacali.
L’incontro è stato interlocutorio, con la promessa di ritrovarsi dopo Natale, in Gennaio, per affrontare la problematica con la Regione e soprattutto per impegnare il Ministero dello Sviluppo Economico. Il Presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, presente all’incontro, ha infatti promesso di investire il vice presidente regionale Giovanni Lolli (invitato ma oggi non presente alla riunione, al suo posto il Dirigente Babbicola) della situazione critica. I lavoratori attualmente sono in cassa integrazione, e nell’impossibilità di ricevere la tredicesima e il tfr, perchè è tutto congelato. E con la spada di Damocle sulla testa nel non sapere quale sarà il futuro dell’azienda, attualmente fortemente indebitata e con la richiesta di tagli con ben 80 esuberi. Il Tribunale di Milano ha fissato al 1 aprile 2019 il termine per la presentazione da parte di Selta di una proposta definitiva di concordato preventivo e/o di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti. Ricordiamo che l’azienda si occupa di progettazione di automazione delle reti in ambito energia e trasporti e di soluzioni hardware e software per le reti di Telecomunicazioni pubbliche e private, per la sicurezza in ambito Difesa e la cybersecurity.

C’era oltre la metà degli operai della Selta presente in Provincia (circa 50), a chiedere alle istituzioni un impegno maggiore per una definizione positiva della vertenza.  L’obiettivo è di trovare anche un imprenditore che possa essere interessato a invstire soldi nell’azienda e che non si vada verso lo spacchemento, tutelando il sito di Tortoreto. Ma il rischio è che gli esuberi possano aumentare. Al termine dell’assemblea i segretari  della  FIM-CISL Marco Boccanera e  Mirco D’Ignazio della FIOM-CGIL, hanno conferito con i lavoratori.

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Qui invece il verbale della riunione con i sindacati:

VERBALE DI RIUNIONE
L’anno duemiladiciotto, il giorno diciassette del mese di dicembre, nella Sede della Provincia di Teramo, rappresentata dal Presidente Diego Di Bonaventura, alla presenza del Sindaco di Tortoreto – Domenico Piccioni – e del Dott. Pierluigi Babbicola – Responsabile del Procedimento per il Servizio Relazioni Industriali in qualità di verbalizzante, sono convenuti:
• SELTA S.p.A., con stabilimento in Tortoreto (TE) nelle persone dei Sigg.ri – Dott. Antonio Caporale, Dott. Andrea lacomussi ed Avv. Stefano Becich, rispettivamente C.C.O. e Relaz. Ist.li, D.G. e C.O.O. ed Consulente Legale, assistita da Confìndustria Teramo, rappresentata dal Rag. Luciano De Remigis, Vice Direttore e dal Dott. Salvatore Spadaro – Funzionario;
• la R.S.U. della predetta Azienda, Sigg.ri Sandra Mecozzi, Remo Blasi e Albano Ferri;
• i Sigg.ri Mirco D’Ignazio e Marco Boccanera, Segretari, rispettivamente della FIOM – C.G.I.L. e FIM – C.I.S.L. Provinciali di Teramo;
su richiesta di parte sindacale del 7 novembre 2018.
I Rappresentanti sindacali, in relazione alle notizie diffusesi negli ultimi giorni su presunte determinazioni aziendali, secondo le quali sarebbe stata avanzata al competente Tribunale richiesta di ammissione al Concordato Preventivo, nel sottolineare la preoccupazione ampiamente condivisa con i colleghi di altri siti, operanti in altrettanti territori che hanno già dato luogo ad analoghe iniziative solo alcuni giorni fa, hanno evidenziato l’urgente necessità di risposte concrete – in termini di possibili prospettive occupazionali – per i lavoratori addetti al sito produttivo di Tortoreto. Inoltre, relativamente agli ammortizzatori sociali in essere, è stata ribadita la necessità di fare ricorso a tutti gli strumenti di carattere ordinario e straordinario, atteso che il territorio in cui insiste il sito di Tortoreto è ricompreso nell’Area di crisi industriale complessa.
La parte aziendale, nel merito, ha riferito che la decisione è stata determinata da un quadro finanziario che, soprattutto negli ultimi tempi, ha assunto caratteristiche tali da non consentire scelte diverse. Il concreto rischio di subire conseguenze più gravi, che avrebbero potuto ben più seriamente compromettere le prospettive aziendali, ha indotto l’attuale governance alla scelta del C.P., ritenendolo lo strumento più idoneo a fronteggiare la grave crisi finanziaria. Ciò, si ritiene, possa concorrere alla ricerca di possibili partners finanziari, in grado di ridare linfa vitale ai progetti di permanenza sul mercato. In merito alla sorte del sito produttivo di Tortoreto, al pari delle altre sedi, allo stato, ha ribadito che esso rientra nell’ambito dell’assetto complessivo e che, salvo decisioni degli organi della procedura concorsuale e del possibile investitore, allo stato, non vi sono cambiamenti rispetto a quanto concordato con le OO.SS. nel recente passato. Anche riguardo al porre in essere azioni di politica attiva, vi è immutata intenzione di concorrere a quanto verrà programmato dagli Uffici competenti.
Conclusivamente, le Parti, hanno concordato di rinnovare la richiesta di un interessamento della Presidenza della Regione Abruzzo, anche al fine di verificare ipotesi che possano prevedere la trattazione del tema in sede Ministeriale.