Sono stato classificato, giustamente, un “non amico” del basket in generale e di quel Teramo dei miracoli che esaltò per anni migliaia di cittadini residenti e non: gente che di basket ne masticava (pochi) e di tanti altri (la maggior parte) che si sentivano bene trainati da quel carro vincente. Sono quasi tutti scomparsi: lo narra la storia contemporanea.
In queste poche righe, approfitto per invitare chicchessia a parlare di quel periodo, pubblicamente: delle sponsorizzazioni di quel periodo, di come veniva governata l’informazione in quel periodo e del perché ero “spudoratamente” schierato dalla parte del calcio di serie C, urlandolo da direttore dell’allora Teleponte.
Detto ciò, quel periodo di “feste e fasti” fu preceduto da una “frizione professionale” tra il sottoscritto e l’allora dirigenza biancorossa. Accadde che dopo 5 sconfitte consecutive, chiesi in un palcoscenico televisivo: “Ma perché nel calcio un allenatore sarebbe già stato esonerato e nel basket neanche ci si pone la domanda?”. Si finì il mondo! Silenzi stampa e rapporti immediatamente incrinati… e lo furono per anni. Fortunatamente non con quell’allenatore, che comprese e non ne fece un dramma, dinanzi ad un buon caffè.
Siamo ad oggi: il Teramo Basket, partito per centrare i play-off (a detta della stessa società), naviga in zona “disastrata”, con 4 punti sui 22 disponibili ed una percentuale di vittorie pari al 18,2%… Diciamolo: è un mezzo disastro. Ripropongo, allora, la domanda: “Ma perché nel calcio un allenatore sarebbe già stato esonerato e nel basket neanche ci si pone la domanda?”.